La storia di questo complesso di edifici è travagliata: nel 1953 Gio Ponti, Piero Portaluppi e Giordano Forti progettano un ampliamento della sede storica del Politecnico di Piazza Leonardo per dare una sede autonoma alla facoltà di architettura. La loro idea è di realizzare un edificio antiretorico e „insegnante“, nel senso che doveva racchiudere in se tutti i tipi di soluzioni per i materiali, le strutture, gli impianti, i sistemi di illuminazione, le finiture, eccetera, come un laboratorio.
Il bel fronte su via Bonardi è formato da un basamento cieco a cui è sovrapposto un volume dal profilo obliquo che ospita una serie di piccole aule ad anfiteatro, anch’esse cieche, illuminate dall’alto. Tra i due blocchi orizzontali si apre una grande fascia vetrata che illumina le sale di lettura della biblioteca. L’edificio si doveva sviluppare intorno a un cortile, ma ne furono realizzate solo due ali, e la L fu completata dagli anni 70 in poi da Vittoriano Viganò con la struttura di via Ampère, costruita intorno al grande vuoto del patio. Negli anni 60 invece furono realizzati gli altri due edifici su via Bonardi, detti la Nave con grandi aule da disegno e il Trifoglio, con aule ad anfiteatro.
Un nuovo progetto di ampliamento, opera dello studio RPBW di Renzo Piano, prevede la costruzione di tre nuovi edifici.