La nuova scommessa delle ragazze di Gesto – quello delle piccole tapas servite su lavagnette – si chiama Becho. Noi ci andiamo in pausa pranzo, ci accolgono sempre con un calice di bollicine, tutto rigorosamente naturale e proveniente da viticoltori selezionati da Martina, bar manager dei locali. Un contemporary bistrot che punta questa volta sul concetto di sostenibilità, utilizzando materie prime che provengono solo dai mercati limitrofi e dai produttori umbri, marchigiani, toscani.
Legumi e carne dall’Umbria (le ragazze provengono dal centro Italia, dove si sa quello che si mangia), formaggi, composte di frutta e pasta di micro pastifici (quella alla canapa l’ho provata dopo una serata alcolica e mi ha rimesso al mondo). In cucina pochi sprechi, ogni ingrediente si usa nella sua totalità e la direzione viene affidata a un cuoco altoatesino con esperienze in cucine stellate.
Il menu è un mix di sapori casalinghi ma che ammiccano al popolo milanese con piatti internazionali, insieme a quelli più marcatamente mediterranei. Così affianco al falafel (spaziale, morbido e consistente al tempo stesso), trovate il classico poke o i tiradito di ricciola. Ma fidatevi: provate le lenticchie umbre fatte come mia nonna le faceva, oppure i ravioli di porcini con fonduta al pecorino. Dal pranzo alla cena e ovviamente aperitivo, Becho è un posto alla mano dove fermarsi anche bere un drink a fine giornata. Martina ha un’idea della mixology chiare e precisa: pochi ingredienti, miscelazione semplice per un risultato indiscutibile. Less is more.
Ci piace anche l’idea del market. Becho infatti ha un’area dedicato ai prodotti gastronomici, dove scegliere formaggi, salumi, piatti pronti da portare via in sottovuoto. Per cene estemporanee o aperitivi post lavoro. Si passa da Becho, si fanno due chiacchiere scegliendo il vino migliore e si porta via un po‘ di sano centro Italia a casa. Che è poi la mia terra.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-07-01