A pochi giorni dall’apertura della Biennale d’Arte 2022, un nuovo attore si affaccia sulla scena veneziana, anzi attrice. La Fucina del Futuro è il progetto che segna l’approdo in laguna della Fondazione Sumus, fondata da Hélène Molinari* nel 2020. Attraverso idee e progetti innovativi in questo contesto si punta a rilanciare Venezia come paradigma delle città del futuro recuperando la sua sostenibilità ambientale e socioeconomica. Tutto avviene in uno dei sestieri (finora) meno gentrificati del centro storico, quello di Castello, in un‘antica bottega fabbrile caduta in disuso da oltre vent’anni.
La Fucina del Futuro si presenta ai veneziani e al mondo come «un „think and do tank“ e un luogo apolitico ed ecumenico, impegnato al servizio del Vivere, il risveglio delle coscienze, l’emergere di una nuova economia con un’economia positiva, duratura e inclusiva; un punto di incontro di scambio tra ispirati visionari veneziani e internazionali e attori locali che intendono dedicarsi a nuovi progetti».
Per raggiungere questi obiettivi Sumus sceglie le arti visive come linguaggio universale al servizio di un nuovo ideale. Ambizioso, non c’è che dire.
Hélène Molinari già manager del gruppo assicurativo Axa e moglie dell’amministratore delegato del gruppo assicurativo Generali Philippe Donnet, è anche membro fondatore di Asia Now, fiera d’arte contemporanea asiatica. Nel maggio 2020 ha fondato Sumus e ne è diventata presidente.