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San Salvatore, Trebbia

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San Salvatore, Trebbia San Salvatore,
San Salvatore

La strada è bella. Vi alzerete dolcemente dalla pianura emiliana, pochi chilometri dopo aver superato Piacenza. Rivergaro è la porta di accesso alla Val Trebbia: da lì in poi si sale, i versanti verdeggiano con più irruenza e decisione. All’inizio il Trebbia, fiume torrentizio e ciottoloso, vi parrà secco e triste. Ma aspettate. Aspettate di arrivare già prima di Bobbio, dove l’acqua si vede meno incasellata tra i versanti alti dell’Appenino. Lì il fiume si scoordina, va a balzelli, fa pozze in cui i pretendenti al bagno si lanciano da alte rocce. Piccole rapide che diventano correnti irrefrenabili ma dolci e navigabili s’accentuano. Superate Bobbio. Superate la Berlina Beach, spiaggia attrezzata – la Forte dei Marmi del Trebbia: vi dice tutto – in cui tutto quel che sentirete è musica dalle casse e odore di paninaro. Superata la galleria seguente, eccovi a San Salvatore. Non vedrete nulla. Il paesello sale veloce sulla vostra destra. Infilatevi nella piccola strada a sinistra e incrociate le dita per un parcheggio. Partite presto, rischiate la salita sterrata. Scendete dunque dal paese per dieci minuti ed eccovi qui, dove non c’è strada visibile, soltanto versanti e acqua fresca. Una piccola passeggiata verso la foce, seguendo la corrente, vi porta alla vecchia diga romana, dove un buco enorme risucchia con violenza tutta l’acqua che c’è. Fate attenzione e godetevi lo spettacolo.