„Quello che dico sempre è che il vino deve essere ‚birrizzato‘ e la birra ‚vinizzata'“. In questa massima di Antonio, gestore de Les Vignerons con la compagna Marisa, c’è metà della filosofia di questa piccola ma valida enoteca. Vale a dire bisogna dimenticarsi delle bottiglie industriali a pochi euro e imparare a bere la birra come un prodotto di qualità dietro cui ci sono una lavorazione e una preparazione ragguardevole, e, allo stesso tempo, bisogna allontanarsi dall’idea che il prezzo, l’etichetta e i sofismi sul vino ne facciano la bontà: il vino deve essere bevuto esattamente come si mangia il pane. L’altra metà è costituita da un’attenta e costante valorizzazione di piccoli produttori che lavorano in maniera artigianale (o naturale che dir si voglia), evitando il chimico e il sintetico: „Preferisco bere qualcosa che può avere un difetto ma dal sapore verace, anziché qualcosa di costruito e piatto, praticamente morto“. Tra le bottiglie cui Antonio è più affezionato ci sono „Il Munjebel di Frank Cornelissen, il Nude di Cantina Giardino (Aglianico), un Grignolino della Cascina Tavjin, una Malvasia di Skerlj nel Carso“. Tra le birre invece parecchio spazio a geuze e kriek e alla Cantillon. Fatevi consigliare anche sui prosecchi: ne rimarrete sorpresi.
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Les Vignerons
ZERO hier: beve vini naturali da prima che diventassero mainstream
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Les Vignerons
Via Goffredo Mameli, 61
Roma
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- lunedi c–h
- martedi 11–21
- mercoledi 11–21
- giovedi 11–21
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