Quando entri al KD House ti senti subito a casa, non solo per le pareti dipinte di un bel marrone, per qualche oggetto curioso che rimanda (ancora) agli anni 50 ma soprattutto per l’atmosfera attorno al bancone. Qui si passa sempre volentieri per bere uno dei migliori Moscow Mule della città, all’occorrenza servito anche da passeggio, magari correndo verso un concerto al Blue Note o altre destinazioni isolane. Se avete appetito, gli hamburger sono di ottima qualità, davvero vi sembrerà di non essere a Milano. Il Classicone è il massimo ma, saltando gli ottimi Cheese e Bacon, ci è piaciuto molto l’Avvocato con tartare di cipolla di Tropea, salsa BBQ e ovviamente avocado ridotto a pezzettini. Fatevi raccontare la storia di Sailor Jerry e dei suoi fantastici tatuaggi che sono entrati nell’immaginario dell’Occidente o lasciatevi trascinare dalle avventure di un gruppo di riders che qui non mancano mai. Il nostro piatto preferito è il KD Pork Plate, maiale cotto a bassa temperatura, servito sfilacciato con a fianco del coleslaw (cavolo bianco, carote e sciroppo d’acero) e le ormai famose patate del KD, saporite e leggere, alternativa al fritto, cotte al forno senza burro né olio. Per concludere (o per ricominciare), ci è piaciuto assai il Tokyo-Tini con vodka, cetriolo pestato, wasabi, ginger beer e qualche piccolo segreto che non si può dire.
Corrado Beldì