Non c’è nulla di meno milanese del Nottingham: qui tutto è fantasia di un mondo immaginario, sospeso tra la pesca d’altura di Hemingway sul Pilar e quelle piccole capanne tahitiane dove Paul Gaugin sentì dire per la prima volta “mata mata oi”. Ci vuole pazienza per destreggiarsi in una carta fin troppo elaborata: preferisco i cocktail classici, martini cocktail su tutti, e qui non me ne hanno mai sbagliato uno. Ma di tanto in tanto è divertente provare con spazzolini, conchiglie, lattine, biberon pieni di assenzio a 80 gradi con una goccia di latte, alambicchi, gelatine e altre divertenti e spesso deliziose diavolerie. Ok che non sembra di essere a Milano, ma i milanesi sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e in qualche modo vanno accontentati: lo sa bene il padrone di casa e bartender d’esperienza Dario Comini, capace di ricorrere anche alla prestigiazione pur di accontentare i suoi clienti.