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I 10 film da non perdere alla Festa del Cinema di Roma

Abbiamo spulciato per voi il programma dell'edizione 2021 della rassegna che prenderà il via il 14 ottobre e riabbraccerà l'intera città

Geschrieben von Flavia Ferrucci il 11 Oktober 2021

Per la sua sedicesima edizione la Festa del Cinema ha deciso di fare le cose in grande, portando a Roma quella che è, lo si ami o si odi, una delle vere icone viventi del cinema americano: Quentin Tarantino. Intorno a questo evento catalizzatore c’è un vasto programma, con molte esclusive internazionali, retrospettive ed eventi collaterali, e un’apertura alle serie tv (tra tutte, l’anteprima di „Strappare lungo i Bordi“ di Zerocalcare, seguita da un incontro col fumettista romano). La selezione è molto interessante ed equilibrata, sono ben 22 i film diretti da donne e la selezione di documentari è ampia (da Jacques Cousteau a Gigi Proietti passando per Benny Benassi ce n’è davvero per tutti i gusti). Inoltre, non sarà solo Tarantino a far visita alla festa: Tim Burton, Alfonso Cuaron, la scrittrice Zadie Smith, Marco Bellocchio (che presenterà le prime scene della sua nuova serie „Esterno notte“) e il fumettista Frank Miller, sono solo alcuni dei personaggi che incontreranno il pubblico in queste giornate di cinema. E poi i film, ovviamente. Questi i dieci titoli (più due) che abbiamo selezionato.

C’MON C’MON
Mike Mills, Stati Uniti, 2021, 108’

Il teaser di „C’Mon C’Mon“ si chiude con la frase “You’re Definitely Crying” e non poteva esserci biglietto da visita migliore per questo film. Perché nei film di Mike Mills si piange, in genere. Non sono mai lacrime tristi, ma c’è una potenza emotiva nel suo lavoro che è veramente unica. Che sia il rapporto di un figlio adulto con il padre che decide di essere finalmente se stesso („Beginners“) o la vita di un adolescente negli anni Settanta “cresciuto” da varie donne di diverse generazioni („20th Century Women“) o, in questo caso, il rapporto tra uno zio emotivamente bloccato e il suo nipotino di otto anni in un viaggio on the road negli Stati Uniti, c’è sempre qualcosa di profondamente personale, reso con una delicatezza e una sincerità che pochi altri registi hanno. Joaquin Phoenix finalmente torna a interpretare un ruolo “normale” e sarà una gioia per tutti.

PETITE MAMAN
Céline Sciamma, Francia, 2021, 72’

Dopo averci regalato uno dei più bei film degli ultimi anni, „Ritratto di una ragazza in fiamme“, Céline Sciamma ritorna alle sue origini con una storia di formazione intima e tenera, dove una bambina scopre che anche sua madre, una volta, è stata una bambina come lei. Ogni altra informazione necessiterebbe di spoiler, basta dire che questo breve e delicato film, che ha ricevuto critiche positive in tutto il mondo, è da non perdere.

YI MIAO ZHONG | ONE SECOND
Zhang Yimou, Cina, 2021, 104’

Dopo più di due anni dal debutto previsto (al festival di Berlino del 2019), finalmente arriva anche da noi questo lavoro il cui destino è stato a più riprese manomesso dal governo cinese. A pochi giorni dall’anteprima, il film sparì. Non si è mai saputo cosa sia veramente successo: si suppone che la longa mano della censura governativa abbia prima bandito la pellicola in quanto racconta delle conseguenze non sempre positive che la Rivoluzione Culturale ebbe sulla popolazione. Non si sa quanti tagli e quanti re-shoots sono stati fatti dal 2019 a oggi, ma il film c’è e ne sopravvive una versione coerente. Yimou è una leggenda del cinema cinese (e non) ed eccelle in qualsiasi genere decida di affrontare. „One Second“ è anche un film molto personale, perché parla del cinema, del potere che ha sia come arma di propaganda che come veicolo di emozioni, di come la visione collettiva può ispirare l’azione collettiva, ma anche di quale effetto un film può avere sul singolo. Imperdibile.

BELFAST
Kenneth Branagh, Regno Unito, 2021, 98’

Lo hanno già definito il “Roma” di Kenneth Branagh. Le similitudini ci sono – è un film autobiografico che narra la sua infanzia in un contrastato bianco e nero. Non siamo in Messico però, ma nella Belfast degli anni Sessanta, durante il conflitto nordirlandese. Una storia intima e famigliare molto sentita e commovente, dove riecheggia il personale e per la quale si parla già di molti Oscar.

LAMB
Vladimir Jóhannsson, Islanda, Svezia, Polonia, 2021, 106′

Lamb viene presentato come un misto di folk-horror-mistero-drama. In realtà il film è molto di più di quello che sembra. Folklore, horror e bizzarri accadimenti ci sono, eccome – dopotutto si parla di una coppia nella cui fattoria nasce un agnello che è per metà ovino e per metà umano – ma non tutto è ciò che sembra. Sicuramente uno dei film più inusuali dell’anno.

RED ROCKET
Sean Baker, Stati Uniti, 2021, 128’

Sean Baker è un regista piuttosto anomalo nell’attuale panorama del cinema americano: il suo approccio quasi “neorealistico” al cinema, l’utilizzo di molti attori non professionisti, le storie che sceglie di raccontare sono un caso raro anche nel contesto del cinema indie. Con questo lavoro Baker conclude una sorta di trilogia (insieme a „Tangerine“ e „The Florida Project“) sui sex worker in America. Continua a osservare le condizioni della working class attraverso dei singolari studi sui personaggi e questa volta lo fa ingaggiando un rapper/attore/ex attore porno per interpretare… un ex attore pornografico che si trova a dover lasciare Los Angeles per tornare nel suo nativo Texas, dove nessuno è felice del suo ritorno. Sean Baker ha anche citato „La mala ordina“ di Fernando Di Leo e „Spasmo“ di Umberto Lenzi come due punti di riferimento per questa bizzarra commedia. Curiosità alle stelle.

PASSING
Rebecca Hall, Stati Uniti, 2021, 98’

Debutto alla regia per Rebecca Hall, che ha scelto come protagonista Ruth Negga, una delle attrici più intriganti del cinema contemporaneo. Con “passing”, in inglese, si indicano le persone che riescono a passare per membri di un altro gruppo etnico. È questo il tema centrale del film, tratto dal romanzo del 1929 di Nella Larsen, un testo fondamentale per quanto riguarda temi razziali e di genere nella letteratura americana. Ai tempi della Harlem Reinassance, due donne nere “passano” per bianche nell’alta società newyorkese. Il film è in 4:3 e in bianco e nero, per ricordare i film degli anni Venti, e Blood Orange ha composto la colonna sonora.

COW
Andrea Arnold, Regno Unito, 2021, 94’

Dopo tre film narrativi per i quali ha vinto il Gran Premio della Giuria a Cannes („Red Road“, „Fish Tank“, „American Honey“), Andrea Arnold torna al documentario e alle origini della sua carriera (che le erano anche valse un Oscar per „Wasp“). Il soggetto di questo lavoro è – come da titolo – una mucca, Luma, scelta perché “ha un viso bellissimo”. Grazie all’approccio ultra naturalistico e compassionevole della Arnold seguiamo la vita quotidiana di Luma attraverso i suoi occhi.

ZGJOI | HIVE
Blerta Basholli, Kosovo, 2021, 84′

Questa opera prima della regista kosovara Blerta Basholli è stato il primo film nella storia del Sundance a vincere i tremi premi principali: il gran premio della giuria, il premio del pubblico e il premio per la migliore regia. Un risultato quasi incredibile, considerando che è un piccolo film indipendente prodotto in un Paese la cui cinematografia difficilmente raggiunge i pubblici internazionali. Protagonista una donna che, andando contro una società patriarcale ostile, riprende in mano la propria vita. Tratto da una storia vera.

MOTHERING SUNDAY
Eva Husson, Regno Unito, 2021, 110’

Nell’Inghilterra degli anni Venti, Jane, una giovane domestica, ha la rara occasione di passare una giornata indisturbata con il suo amante segreto poco prima che lui sposi una nobildonna, ma un evento imprevedibile cambierà per sempre la vita della ragazza. Debutto in lingua inglese della regista Eva Husson, con un cast di grandi talenti britannici (su tutti, Olivia Colman e Josh O’Connor). Astenersi non amanti della nudità sullo schermo, perché in questo film ne troverete molta.

Da segnalare altre due chicche per pubblici selezionati. Per gli amanti dello sport, imperdibile „Muhammad Ali“ di Ken Burns, un monumento della documentaristica americana. Uno studio del tanto leggendario quanto controverso pugile, di otto ore divise in quattro parti. Se invece volete scoprire che effetto fa vedere un gigantesco cast in costume cantare canzoni scritte dai The National sulle cime innevate dell’Etna, l’adattamento musicale di „Cyrano de Bergerac“ di Joe Wright è decisamente il film per voi.