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Mamma La Boum fa nomi, parrucche e presentazioni delle sue figlie, le drag cresciute all'Arizona 2000

quartiere NoLo

Geschrieben von Alessandro Onori il 19 April 2021

Progetto late2thepartyinheaven

Foto di Vincenzo D'Ambrosio

Ogni madre non vede l’ora di lodarsi dei propri figli davanti agli altri genitori. E La Boum è una madre molto esigente. Ha seguito personalmente l’educazione delle sue figlie. A loro racconta favole per aiutarle a immaginare le loro performance; le riempie di consigli spronandole a superare i propri limiti; le giudica e le critica tantissimo, ma solo perché vuole il meglio da loro.

Minny Hill
Minny era indecisa di quale nome prendere, e successe come a Severine in Bella di Giorno, quando passeggiando per le vie di Milano è stata proferita la frase: “Ti chiameremo Minny Hill”. Da quel giorno tutto è cambiato. Minny Hill è nata e cresciuta nel lusso. È aristocratica, e nel suo salotto non è difficile incontrare registi, artisti, musicisti e le loro mogli pettegole.
Bionda, bionda, bionda! Possiede un archivio di abiti fatti su misura dai migliori sarti di Parigi, e spesso si rimane senza fiato. Se il diavolo si vede nei dettagli, allora Minny è il diavolo. Pungente e colta, le sue esibizioni sono sempre pensate al secondo e fanno spesso rivivere una hollywood glam oramai dimenticata. Lei è la DIVA.

Minny Hill

Labouttaine
Un camaleonte. Labou cela dietro il suo nome francese le sue origini abruzzesi.
La prima volta che è salita sul palco de La Boum aveva un caschetto di capelli corti, tagliati nella cucina di mamma La Boum. Li ha usati solo i primi anni, perché quando le sono cresciuti ha lasciato spazio a una nuvola di capelli rosa, con la quale cela i muscoli. È la nostra Jill Cooper: agile, sportiva e nerboruta, una vera ammaliatrice di uomini (in molti cadono ai suoi piedi), tutti desiderosi di avere il suo corpo. Nelle sue esibizioni predilige cambiare. È un ufo arrivato da Marte, la nonna abruzzese, la ragazza del crazy horses.

La Boutaine

Santissima Vicky
«Ciao. Com’è il tuo cazzo? È grosso? Fammi sapere.» Tutti conoscono Santissima Vicky. Tutti la seguono, tutti vogliono essere lei.
Il primo giorno che entrò a La Boum era appena scesa da un aereo che arrivava da Londra, ed era ancora ubriaca di birra. Negli anni ha deciso di abbandonare il suo accento anglosassone e di cambiare look e capelli per ritornare alle sue origini napoletane. Lo Shatush, le unghie lunghe, uno shorts di jeans e stivaloni. Da lì il successo internazionale (lei dice). È una cantante, ai livelli di Maria Nazionale. E se ti ci avvicini troppo ti ruba l’anima assieme al portafogli.

Santissima Vicky

Ambrosia
Ambrosia arrivò come fotografo ma dal primo momento ha sognato il palco. E ci è salita subito. È stata chiamata “Ambrosia, un miracolo androgino”. Per noi è sempre la nostra Mary, figlia segreta di Leopoldo Mastelloni e Sophia Loren. Non ha nessun orpello. Arriva sul palco nuda e cruda: un accenno di rossetto rosso (spesso sbavato) e un reggicalze.
È un’interprete della femminilità, che con i suoi scatti immortala quelle meravigliose creature che vivono di notte e sognano di giorno, raccolte in late 2 party in heaven, che altro non è che un drag show in paradiso.

Ambrosia

Angel Mcqueen
Angel sarebbe pronta a esibirsi ora a Las Vegas. È la drag per antonomasia.
Capelli scolpiti nella pietra, trucco patinato e corpo mozzafiato. Una di quelle americane che vedi dal parrucchiere, circondata da amiche/nemiche con le quali chiacchiera per ore. Sempre perfetta, senza ricrescita, con lo smalto abbinato alla borsa del momento, sempre con un drink in mano e la scorta nella borsa. È una professionista che passa le ore a studiare il copione e le canzoni. Per questo non viaggia mai senza il suo assistente personale (L’Alberto), condividendo con lui gioie e dolori. Si odiano, in realtà.

Angel Mcqueen

Frida Franco
«Miss/Mr Franco, la star coi baffi.» Miss o Mister Franco? Ma che importanza ha!
Qualsiasi sia il suo prefisso Frida ha il baffo. Austera! Anni e anni di scuola militare, ma come li ha fatti Renato Zero in Ciao nì! (e se nessuno di voi sa di cosa stiamo parlando, forse è il caso di recuperare questo capolavoro cinematografico). Onde brune e scultoree, occhi neri e labbra rosse carnose. Abiti che cambiano spesso, e a Frida piace svelare il suo intimo: mutandine, reggiseni, calze, capezzoli. Non rimarrai a guardarla vestita per troppo tempo. Si, è una burlesque. Ma anche la tua padrona autoritaria. Non si spoglia perché glielo chiedi ma perché è lei che te lo impone. È rock e come tale le piace l’effetto WOW. Nelle sue performance, troverai spesso un cannone di coriandoli, una tempesta di neve o delle lance di fuoco.

Frida Franco

Lina Galore
Lina è Lina. Ha l’eccesso di Tata Francesca, lo spirito di Marisa Laurito e la parlata di Ugo Foscolo.
Ha scoperto la passione per la rima baciata e ne ha fatta la sua firma distintiva: la nostra Lina canta, parla e te la manda a dire sempre e solo in rima. Iconica in tutto, il suo corpo è una curva mozzafiato, le sue sopracciglia toccano le sponde del paradiso, e le parrucche necessitano di certificati dedicati per poter circolare. Una cosa in particolare la rende unica: la cattiveria! Dietro alle grandi risate, la Lina è perfida con tutti. Le nemiche numero uno sono le sue colleghe: lo si capisce dai “Ti amo” e dai drink avvelenati ogni settimana.

Lina Galore

Le Silhouette (Diana+Polly)
Per le Silhouette si dovrebbe aprire una pagina a parte. Sono le più vicine alle nuove generazioni, e con loro possiamo davvero parlare di fluidità. Sul palco e giù dal palco sono ugualə, gemmelə. Entrano in vesti femminili e maschili senza passare per il drag, e senza aver bisogno di un’occasione per farlo.Sono le ragazze che si preparano per andare a ballare, e per caso finiscono sul palco o a interpretare la loro canzone preferita. Sono le nostre sorelle Kardashian, con l’abito di uno stilista emergente indossato anche la mattina dopo, a lezione in università.

Le Silhouette (Diana+Polly)