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Il mio giardino ha sete: la nuova drink list del Surfer’s Den

Fiori, piante e favole del passato per i nuovi cocktail di Yuri Gelmini che fanno sognare l'estate.

Geschrieben von Martina Di Iorio il 20 Juni 2017
Aggiornato il 28 März 2018

Quando ci si siede al bancone di un bar molto spesso si cerca di conoscere due persone: il barman e l’uomo, quest’ultimo con più fatica, nascosto sotto baffi, bretelle e una spiritualità imperturbabile da manuale. Meno apparente, più celato, l’uomo non svela nulla di sé e con eleganza, a volte esuberanza, prepara cocktail agli avventori del bancone. Con Yuri Gelmini le cose non stanno proprio così. Quando si entra in quel magico mondo che è il Surfer’s Den c’è subito la percezione di entrare nell’universo di qualcuno, quello di Yuri – con il prezioso aiuto di Irene – che cura le rose e il giardino con una passione tangibile già dai primi passi. Una passione condivisa e che prende vita nella nuova cocktail list tutta ispirata al mondo del giardino, finemente illustrata da Bianca Maria Fiorentino.

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Ognuna delle quattro sezioni è presentata con una frase rielaborata da diverse fonti sul giardinaggio, che Yuri racconta con un trasporto che non è comune a molti. Tutto parla di fiori, api, piante, favole del passato, che rivivono nelle preparazioni del Surfer’s. Nessun decotto o infuso – così di moda oggi – la vera alchimia è l’utilizzo di erbe fresche e dalle molteplici sfaccettature.

Come il Nido di Gelsomino – con Rabarbaro Zucca, gin, spremuta di pompelmo e limone, zucchero, soda e fiori di gelsomino – un drink molto beverino per l’aperitivo con una parte sour, quella amara del rabarbaro, il corpo del gin a dare struttura e in chiusura la freschezza dell’agrume.

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Elegante, molto fine, invitante già dall’aspetto con il suo colore rosa confetto è il Principessa campo di riso – un omaggio a un’antica favola d’amore – con sakè, liquore ai lamponi, latte di riso, lime e soda al pompelmo rosa. Una dolcezza bilanciata per una beva semplice e rotonda.

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L‘Erba del re è il compromesso pre dinner per gli amanti del gin tonic. Yuri tira fuori la sua versione più erbacea utilizzando un gin trevigiano al pomodoro (Gin Moletto), Schweppes al pepe rosa, rametto di pomodoro (che viene dal suo orto) e basilico. Un’esplosione di profumi che sanno di estate, sole e mediterraneo.

Scendono le luci del giorno, non il profumo del roseto qui affianco e le voci di chi gioca a calcio nel campo attiguo si fanno più forti. Yuri ci parla dei suoi viaggi in Giappone, di come si beve a Tokyo, della meticolosità tutta nipponica di chi fa da bere. Lo fa servendoci due capolavori.

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La bella lavanderina con cachaca, miele di lavanda, limone, liquore Strega e Abbots Bitter (l’amaro originale utilizzato per il Manhattan Cocktail negli anni 50), a cui aggiunge una chicca: crusta di polline che Yuri prende con regolarità da un apicoltore fuori Milano. Ci spiega che la sua passione sono le api e lo capiamo da molte preparazioni come anche l‘Ape Vigorosa, cocktail – o meglio polibibita – d’ispirazione futuristica con miele in favo al suo interno. Un must di Yuri Gelmini.

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A seguire ci serve Le Capucine con mezcal, succo d’ananas, nettare d’agave, foglie di nasturzi, crusta di capperi e sale marino. Perfettamente bilanciato, un drink quasi masticabile che apre le porte alla notte per la sua gradazione più sostenuta.

Ormai siamo rapiti da questa favola di fiori e leggende, si parla di futurismo, di Marinetti, di bar del passato tanto lontani quanto vicini.

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Zang, tumb, granz, in men che non si dica arriva la fine del viaggio con La foresta dei dolci osmanti, quasi una ninna nanna servita con bourbon, Lucano Anniversario, bitter al cardamomo, limone, zucchero e tè all’osmanto, pianta che secondo gli orientali ha origini paradisiache.

E in Paradiso ci siamo già, circondati dai palazzi e dalle rose in un angolo di Milano ancora vero e umano. Tutto merito di Yuri, di Irene e soprattutto del loro giardino. Che, come noi, ha sempre sete.