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Il porno in scatola

Dal contrabbando di riviste nei camion frigo al pop porno: l’erotismo dalla vetrina dell’Erotika

quartiere Porta-Venezia

Geschrieben von Andrea Maffi il 16 Juni 2021
Aggiornato il 24 Juni 2021

Foto di Luca Cacciapuoti - Arseniko

Oggi il porno è nella testa, sulla bocca e sui device di tutti. Da gigantesche e ronzanti server farm sparse in giro per il mondo, il porno attraversa cavi kilometrici che riposano sui fondali oceanici fino ad arrivare ai nostri smartphone, tablet e computer per regalarci un’esperienza quasi magica, tipica delle migliori tecnologie. Se le preferenze dell’utente non sono eccessivamente ricercate, per accedere ai tanto agognati contenuti non servono soldi e non c’è bisogno di interagire con nessuno. Basta scrollare a sufficienza fino a trovare il contenuto che ben si sposi alle proprie fantasie. La scelta è ampia e viene presentata in sottocategorie sempre più mirate, pensate sia per rendere la navigazione verso la propria meta il più piacevole e priva di attrito possibile, sia per dare rappresentanza a diversi orientamenti sessuali e sensibilità. Oggi i giganti del porno tengono Awards in stile Academy e sfruttano qualsiasi occasione utile per aumentare la propria portata d’azione, come a inizio pandemia, quando Pornhub ha omaggiato le zone rosse con un abbonamento Premium accessibile gratuitamente per rendere più spensierata la quarantena. Nel frattempo, piattaforme come Only Fans dimostrano che i contenuti erotici fanno proprie dinamiche tipiche di altre tipologie di contenuti, dando la possibilità a chiunque di crearsi una propria bolla da creator, per poi ambire a qualcosa di più, magari riuscendo a diventare influencer nel mainstream.

Ma la pornografia è solo la punta dell’iceberg di un’industria diventata un fenomeno pop, inclusivo, con ramificazioni enormi intrecciate sia con l’evoluzione del mondo del design e della tecnologia, sia con cambiamenti culturali che hanno portato alla rivendicazione collettiva del piacere al di là di ogni barriera identitaria. Ma per capire da dove arriviamo, facciamo un passo indietro e guardiamoci attorno: come si è evoluto in un quartiere come Porta Venezia il rapporto con l’industria del sesso?

Immergiti negli anni Ottanta. Li senti i sintetizzatori? La senti nell’aria questa locura da baccanale folle fatta di baby pensioni e canali nazionali privati? Stringi tra le tue possenti mani ricche di supposto potere d’acquisto queste banconotazze da migliaia di lire? Adesso che sei nello spirito giusto – no, non è ancora tempo di mettere mano alle monetine – immagina di avere un certo languorino. Dove puoi andare per soddisfarlo? E rimetti lo smartphone al suo posto che negli anni Ottanta è fuori contesto. Volendo puoi rimanere in casa e chiamare una linea erotica dove ti risponderà un interlocutore o interlocutrice piccante col quale fantasticare. L’opzione è accessibile per possa godere di una situazione di momentanea privacy. Problema è che, se non vivi da solo, a fine mese dovrai dare chiarimenti riguardo la bolletta astronomica arrivata nella cassetta della posta.

foto di Luca Cacciapuoti – Arseniko
foto di Luca Cacciapuoti – Arseniko

Già dalla prima opzione avrai capito che, più che a pornografia esplicita, avrai accesso a contenuti erotici. Questo perché l’articolo 528 riguardante pubblicazioni e spettacoli osceni poneva (e in un certo senso pone anche adesso) una censura difficile da aggirare. Per questo, ci si limitava a stuzzicare le voglie del proprio pubblico per non rischiare tagli o stop che, nonostante tutto, incombevano, come ben sa Tinto Brass, che si è visto censurare 29 dei suoi 30 film diretti in carriera.

Capitava che all’interno di camion diretti in Italia provvisti di celle frigorifere, tra i bancali di carne ci fossero riviste e cassette specializzate in altri tipi di carne

A proposito di film, scendiamo in Corso Buenos Aires. Giorno o notte, non è importante. Nel vicinato ci sono edicole aperte 24 ore su 24, sette giorni su sette, che possono fare al caso tuo. Al fianco di riviste come Playmen, Le Ore, Men, Blitz, SuperSex, troverai le cassette, notando due piccoli particolari. Uno: tutte le copertine delle riviste sono censurate, una a una, dagli edicolai per evitare multe (art. 528). Due: le cassette sono tutte in regalo perché venderle – per un’edicola – è illegale; questione di licenze. Sono gratis? Ovviamente no; la cassetta è in allegato a un depliant di una manciata di pagine proposto come vero prodotto al posto della cassetta. Altra cosa interessante, che l’edicolante potrebbe confidarti dopo essere diventato un cliente assiduo, è la provenienza esotica di alcune primizie estere, la cui importazione costituiva reato di contrabbando. Così, dalla Francia, capitava che all’interno di camion diretti in Italia provvisti di celle frigorifere, tra i bancali di carne ci fossero riviste e cassette specializzate in altri tipi di carne, destinate a soddisfare un altro tipo di appetito. Altro che cavi oceanici. Comunque: grazie a questi prodotti le edicole milanesi fatturano milioni al mese grazie al via vai di un affamato pubblico maschile etero, anche se già dal 1982 in alcuni chioschi puoi trovare Babilonia, rivista di ampio respiro che ha ospitato penne importanti (una a caso: Tondelli) destinata a un pubblico gay (ma non solo), provvista anche di alcune caste foto di nudo maschile.

foto di Luca Cacciapuoti – Arseniko

Negli anni Novanta per il settore i tempi sono maturi, e nel 1993 in Via Melzo apre l’Erotika, la cui attività quasi trentennale ben riassume la straordinaria evoluzione a cui è andata incontro la parte commerciale dell’industria del sessoDai VHS e dai primi rudimentali sex toys fallici, i prodotti sugli scaffali di Via Melzo cambiano per tenere il passo alle nuove tecnologie. Dal 1995 compaiono i DVD in un momento in cui l’erotismo lascia spazio alla pornografia spinta, con una scelta di generi e performance di attori e attrici che comincia a diversificarsi ampiamente; se negli anni Ottanta scene anali erano roba davvero hardcore negli anni Novanta la pratica viene sdoganata, al pari di tante altre. Nel piano sotterraneo dell’Erotika appaiono sette cabine in Dolby Surround dalla Germania che danno ai clienti la possibilità di avere una sala cinematografica in miniatura tutta per sé per la durata del film, e poi, avanti il prossimo; XXI secolo epoca della sharing economy un cazzo. A fine decennio, in casa potrebbe esserti arrivato un primitivo personal computer e una connessione a 56K – quando gira bene – che ti permette navigare e sbirciare foto e testi speziati.

Dai primi cazzi di gomma maleodoranti alle logiche estetico-funzionali del design, sempre più piacevoli alla vista e al tatto e ovviamente più efficaci

Dal 2000 in poi internet diventa sempre più essenziale e l’evoluzione della velocità di connessione prepara il terreno all’arrivo di piattaforme social, YouTube e le sue controparti porno. A fine primo decennio 2000, i DVD sono roba fossile e la pornografia dilaga su device sempre più tascabili anche grazie alle possibilità della distribuzione digitale che sfugge la censura e all’abbattimento dei costi di produzione dovuto a videocamere sempre più portatili e semplici da usare, che dà la possibilità ad amatori di sperimentarsi registi e attori. L’altra evoluzione è quella delle aziende dei sex toys, che hanno fatto passi da gigante: dai primi cazzi di gomma maleodoranti alle logiche estetico-funzionali del design, sempre più piacevoli alla vista e al tatto e ovviamente più efficaci, anche grazie a una componentistica elettronica che si fa sempre più minuta e precisa nel proprio output. La crescita del settore si accompagna alla voglia di sperimentazione di singoli e coppie, ma è dominata soprattutto da una clientela femminile che ricerche stimano responsabile del 65% degli acquisti di vibratori in un mercato che secondo alcuni arriverà a raggiungere i 52 miliardi di dollari nel 2026.

Hyperlocal Porta Venezia

Oggi chiunque può trovare ciò che cerca in termini di contenuti e strumenti grazie a un’offerta che non riflette più le necessità e i desideri di una maggioranza etero maschile, ma che si apre anche ad altri vissuti e identità, proprio come hanno fatto Porta Venezia – diventata negli anni un safe space per la comunità LGBTQ – e l’Erotika, che da Sexy Shop è diventata una Sexy Boutique specializzata nella vendita di sex toys e lingerie, con una clientela sempre più a maggioranza femminile. Oggi Erotika crea relazioni con i propri clienti sui social, guidandoli nella scelta degli strumenti giusti per loro attraverso consulenze gratuite su Instagram e in negozio, e lavora a una serie di eventi tematici che ruotano attorno alla sessualità nella società contemporanea, con un occhio attento a sensibilità LGBTQ. Una boutique figlia di Porta Venezia, e dei nostri tempi.