Chi è attento a quello che succede in città ha sicuramente notato come il sistema moda, arte, musica e lifestyle si stia sempre più ibridando in un’unica macro categoria che unisce immaginari e concetti diversi. Chiara è l’egemonia dello streetwear come nuovo modo di esprimere se stessi e la propria appartenenza a una tribù urbana ben precisa, con i suoi luoghi, i suoi feticci e le sue regole. Tra sciarpe al collo, periferie, luoghi storici, bar di quartiere, l’indirizzo è chiaro.
In questa nuova mappatura la città è sempre più al centro della narrazione. Le storie che si raccontano partono dal basso, dalle strade, da quei luoghi ancora non inglobati nel sistema mainstream classico. È questa l’operazione che tanti collettivi stanno imboccando, prendendo direzioni diverse ma con uno sguardo comune. Come i ragazzi di Calcetto Eleganza, una realtà nata a Milano nel 2014 che combina sport, moda, cultura e idee. Dai campetti di calcio alle sciarpe e ora ai cappellini, il passo è breve e molto coerente. Il calcio, quello popolare e dilettantistico, quello che „no alla pay per view“, quello degli oratori e delle tribune in tubi Innocenti, dei magazzinieri storici, confluisce nell’immaginario del loro progetto „Non per sport ma per moda“.
Tra campetti sgangherati, borsoni Legea, ma anche bar e ristoranti storici della città, questi ragazzi collegano il mondo romantico e un po‘ old fashioned del calcio e della città a quello più contemporaneo della moda, rendendo hype anche una schedina del Totocalcio. Il lancio del loro nuovo cappellino prende in prestito questa volta i locali di Milano: la Trattoria dal bolognese, la Pasticceria Cucchi e La Coloniale sono il teatro dove il nuovo fashion ridescrive il linguaggio della sua estetica. Volutamente popolare ma d’aspirazione elitaria, Milano diventa sempre di più il tema di narrazione preferito da chi cerca di raccontare una storia in città.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-03-16