Set up significa “impostare”, “costruire”, ma anche “organizzare”, “allestire”, “configurare”. Questa ambiguità semantica calza perfettamente per la grande astronave di luce e suono che atterra ogni due anni a Punta della Dogana e che, plasmando un nuovo format, ha saputo colmare in breve tempo la distanza tra Venezia e il mondo.
Correva l’anno: 2016. A Palazzo Grassi ebbero un’illuminazione folgorante: perché tra un allestimento e l’altro non utilizzare gli spazi della sede espositiva di Punta della Dogana per creare un vero e proprio festival performativo? È così che nasce Set Up, sul crinale di un prezioso limbo temporale, trasformandosi immediatamente in un appuntamento di culto, una fugace biennale legata alla musica elettronica e al corpo in movimento. Due giorni, ogni due anni, per un festival che coinvolge tutte le facoltà del pensiero, dell’ascolto e della concentrazione. Un programma fatto con il contagocce e la carta millimetrata, per intercettare la quintessenza del presente, inanellandola attraverso una narrazione in crescendo, una vera e propria drammaturgia in grado di unire la dimensione acustica al dancefloor.
Fu Evan Parker 4 anni fa ad infrangere per primo il silenzio, scendendo dalla lunga scalinata in ingresso, anticipato dal suono del suo sassofono poliglotta. Da allora sono decine i musicisti, coreografi, danzatori e performer arrivati in laguna per questo appuntamento grazie alla trasversalità e lungimiranza della curatela. Un tratto distintivo che già nella prima edizione ha saputo bilanciare le incursioni eteree nel campo della contemporanea (come non citare i memorabili Francesco Dillon e Riccardo D. Wanke alias Amuleto) con la fisicità del Balletto di Roma, del collettivo austriaco The Loose Collective e dello scardinante Alex Deutinger, concludendo le serate con il live di Alva Noto e il djset di Mount Kimbie. En plein sfiorata per la defezione all’ultimo di Fatima Al Qadiri.
Sarà poi il violoncellista Ernst Reijseger con il suo commovente solo a dare il benvenuto nel 2018, tacciando i brusii e raccogliendo a se il primo pubblico, attento e compunto, per uno dei momenti più densi del weekend, un impeccabile climax verso Alessanro Sciarroni (non ancora in odore di Leone D’Oro, vinto l’anno successivo a Biennale Teatro): da quel momento si sussegue l’interplay corpo/macchina di Sequoyah Tiger, le inimitabili acrobazie polistrumentistiche di Ooopopoiooo, l’eccentrico ed incendiario Chris Imler, i mondi caleidoscopio di CollettiO CineticO, i dirompenti set di Laurel Halo, Mouse On Mars, Leibach e Matthew Herbert.
Un riepilogo.
Edizione 2016 – 19-20/02
Evan Parker, Balletto di Roma, Navaridas & Deutinger, Alva Noto,
Amuleto, Deutinger & Gottfarb, Mount Kimbie
Edizione 2018 – 23-24/02
Ernst Reijseger, OoopopoiooO, CollettivO CineticO, Laurel Halo, CollettivO CineticO, Mouse on mars
Alessandro Sciarroni, Sequoyah Tiger, Laibach, Chris Imler, Matthew Herbert