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Teatro, estate 2019: i festival italiani da non perdere

I fantastici quattro: Santarcangelo, Drodesera, Kilowatt, Biennale

Geschrieben von Matteo Torterolo il 2 Juli 2019
Aggiornato il 3 Juli 2019

mk_bermudas_ph andrea macchia

Con il mese di luglio l’estate dei festival italiani entra nel clou. Non fa eccezione ovviamente il teatro, che proprio a luglio concentra alcune tra le proposte più interessanti dell’estate (e dell’anno): ne abbiamo selezionate quattro, a nostro giudizio tra le migliori in assoluto.

Santarcangelo Festival
5-14 luglio 2019
Santarcangelo di Romagna (Rn)
santarcangelofestival.com

Catala_Molí Angels Melange

La più longeva tra le manifestazioni del genere nel nostro paese, dopo qualche anno di relativo appannamento è tornata ad essere nelle ultime edizioni “l’appuntamento” al quale non si può mancare: cool, indisciplinato, diffuso, Santarcangelo unisce la ricerca più contemporanea all’inconfondibile ospitalità romagnola in un mix a cui è difficile resistere. Forse, più di tutti, è il festival che consigliamo anche ai non-adepti, a chi avesse voglia di vedere e di vivere nell’arco di dieci giorni uno spaccato fedelmente magmatico della scena contemporanea: tra gli imperdibili, all’interno del programma di quest’anno (che comprende come sempre teatro, danza, performance ma anche un’intrigante sezione musicale), curato per l’ultima volta dal tandem Eva Neklyaeva-Lisa Gilardino, ci sono il Leone d’Oro Alessandro Sciarroni, Pablo Esbert Lilienfeld & Federico Vladimir Strate Pezdirc, Domínio Público, Kristina Norman, mk e Cosmesi. Da perfezionare il lavoro sull’identità visiva, che nel tentativo di “rompere” con le consuetudini grafiche e di compiacere gli iniziati può finire per risultare piuttosto respingente per lo spettatore “generico” – categoria protetta e quanto mai preziosa di questi tempi.

Drodesera 
19-27 luglio
Dro (Tn)
centralefies.it/ipernatural/

Gisele_Vienne©Estelle_Hanania

Appena sopra Riva del Garda, incastonata nel paesaggio lunare delle Marocche, la Centrale Idroelettrica di Fies è da parecchi anni centro propulsore (e preziosa incubatrice) delle performing art in italia e non solo: non è un caso se nell’ambito dell’originale progetto di sostegno Fies Factory sono nati negli anni 0 alcune delle realtà di punta della nuova scena performativa italiana, da Anagoor a Sotterraneo a Dewey Dell (fino ai compianti Pathosformel e Codice Ivan).

Nato nel vicino paese di Dro trentanove anni fa e spostatosi gradualmente nella Centrale a partire dal duemila, per Drodesera grafica e identità visiva sono da sempre al centro, autentico fiore all’occhiello della maison, a discapito talvolta di una certa confusione sulla proposta: tra festival di produzione, vetrina internazionale, premio della performance (Live Works) non tutto risulta intuitivo, e la cosa potrebbe rappresentare un ostacolo per un festival lontano dai circuiti delle grandi città, che conta comunque – va detto –  su un pubblico locale educato nel corso dei decenni da proposte sempre coraggiosamente all’avanguardia (merito dell’illuminata Direzione Artistica di Barbara Boninsegna, creatrice della manifestazione insieme all’attuale Presidente Dino Sommadossi). Nel programma di quest’anno sono molte la cose assolutamente da non perdere, tra le quali impossibile non nominare Jaha Koo/CAMPO, Gisèle Vienne, Ivana Müller, Chiara Bersani e Michikazu Matsune.

Kilowatt Festival 
19-27 luglio
Sansepolcro (Arezzo)
kilowattfestival.it

Shailesh Bahoral

La realtà più giovane è anche – non a caso – quella che più di ogni altra vuole avere un occhio di riguardo per lo spettatore, tanto da arrivare a farne il punto di riferimento ed il motore della propria programmazione: così nascono i Visionari, gruppo sempre più numeroso di spettatori “non addetti ai lavori” che dal 2007 si occupa di selezionare gli spettacoli tramite un apposito bando pubblico. I Visionari si confrontano in realtà, durante tutto il corso dell’anno, per scegliere gli spettacoli che comporranno soltanto una parte del programma del Festival, ma costituiscono comunque in qualche modo la bandiera e la cifra distintiva di Kilowatt.

Dedicato alle compagnie emergenti della scena contemporanea, italiana ma non solo, nei vari ambiti delle performing arts (oltre al teatro e alla danza, dal 2009 ha inaugurato la sezione musicale e dal 2010 quella delle arti visive), il festival si svolge nella splendida cornice di Sansepolcro (Ar), città natale di Piero della Francesca e borgo storico della Valtiberina. Nato nel 2003 e da allora promosso e realizzato dalla compagnia Capotrave con la Direzione Artistica di Luca Ricci, quest’anno Kilowatt propone – tra gli altri –  Shailesh Bahoran e Redouan Ait Chitt, Sotterraneo, Cuocolo/Bosetti e Balletto Civile.

Inevitabilmente specchio fedele della desolata realtà del paese dal punto di vista produttivo, stritolata nella congiuntura paradossale di incuranza politica per la cultura e eccesso di regolamentazione del settore, la proposta artistica di Kilowatt risente talvolta di quella mancanza cronica di proposte che va desertificando, di anno in anno, il panorama del nostro spettacolo dal vivo. Che la rivoluzione possa davvero partire dal “basso”? Lo speriamo davvero.

Biennale Teatro 2019
22 luglio-5 agosto
Venezia
labiennale.org/it/teatro/2019

All Inclusive – Julian Hetzel – pictures by Helena Verheye-13

È senza dubbio il più istituzionale tra gli appuntamenti estivi: a scrollare un po’ di polvere dal format, ci hanno pensato negli ultimi anni prima Alex Rigola (dal 2010 al 2016) e (dal 2017 al 2020) Antonio Latella, regista e autore italiano di riferimento nel panorama teatrale internazionale.

Insieme alla generosità artistica tipica di Latella, che affianca al programma di spettacoli un College da lui diretto e dedicato alla valorizzazione di giovani registi italiani, qui il plus – scusate se è poco – si trova decisamente nel contesto: una tra le città più amate al mondo, in uno dei periodi più interessanti (e affollati, ma questo è inevitabile) dell’anno. Resta – forse – da levare ancora un po’ di quella polvere che si è depositata nel tempo, magari con un po’ più di coraggio sulle scelte artistiche, sempre di altissimo livello ma spesso (troppo) allineate alla poetica di artista del Direttore: del resto si tratta dell’annoso problema, mai risolto dalle nostre parti, della sovrapposizione tra le figure dell’Artista e del Direttore Artistico, che invece di essere sovrapposte andrebbero reciprocamente garantite nella loro specificità di visioni e di ruoli.

Tra i nomi in cartellone anche qui c’è solo l’imbarazzo della scelta: tra i nostri personalissimi consigli metteremmo sicuramente Julian Hetzel, Sebastian Nübling, Susie Dee e Manuela Infante, ma c’è davvero tanto da scoprire.