La squadra St. Ambroeus FC di Milano è la prima squadra di rifugiati richiedenti asilo di Milano. Nata qualche anno fa da un paio di partite tra amici e dalla fusione di due squadre amatoriali precedenti, i Black Panthers e i Corelli Boys (dal centro accoglienza di via Corelli), e destando dal principio – come purtroppo spesso accade – tutta una serie di lamentele poco intelligenti rispetto all’accostamento tra il Sant’Ambrogio e i richiedenti Asilo, la St. Ambroeus è una di quelle rare iniziative in città che veramente costruiscono comunità. Che hanno alle spalle una storia, seppur breve, dei luoghi ma soprattutto delle persone.
Ormai si sa: alla cura dei luoghi corrisponde e succede la cura delle persone.
Come Antonio Dikele Distefano – scrittore, giornalista, fondatore di Esse Magazine e autore del celebre Non ho mai avuto la mia età – che ha scelto di supportare queste iniziative, questi luoghi, con la campagna europea di Timberland “My community our Nature”, assieme a un altro ambassador: Medior Fall, giovanissimo attore. Un progetto che vuole letteralmente equipaggiare le nuove generazioni al mondo che verrà, e lo fa con dei changemaker, con dei local heroes, persone che conoscono i loro luoghi e le loro comunità. L’intera campagna è un progetto aperto, nel senso che si distribuisce tra Italia, Uk, Francia e Germania, in cui Timberland ha selezionato i suoi local heroes e le iniziative relative, e sul loro sito è possibile votare il progetto di Antonio Dikele Distefano (e se siete fortunati vincerete anche un paio di scarpe). L’obiettivo del progetto è supportare e intraprendere azioni territorializzate ed efficaci in un’ottica greener; dove però, al miglioramento dell’ambiente, del verde, insomma dell’outdoor che da sempre connota la Timberland, si aggiunge il senso di comunità che appartiene soltanto ai luoghi vissuti. Perché ormai si sa: alla cura dei luoghi corrisponde e succede la cura delle persone.
Diciamo da subito che a fare la differenza, come sempre, non è tanto l’intenzione di un progetto, l’intenzione che scaturisce da un’azione, ma il legame che ha chi quest’azione la compie con un luogo preciso. Si tratta di avere un posizionamento, di sentirsi parte del luogo ma forse, meglio, di essere un po’ quel luogo. Di saperne gli odori, le emozioni, le pulsioni, insomma di conoscerne il cuore e lo spirito. Di avere delle radici, seppur mobili, e quindi di sapere che strade intraprendere. Bene, questa è la situazione da cui muove Dikele Distefano assieme a Timberland, quella di provare a sollecitare un cambiamento di un luogo e attraverso quello spostare e produrre un cambiamento sostanziale di una comunità.
Il posto in questione è la Fair Play Arena, il Centro Sportivo Cameroni di Gorla, dove ha luogo l’FC St. Ambroeus, da sempre punto di riferimento per il quartiere ma lasciato un po’ a sé stesso. L’idea di “My community our Nature” è quella di costruire per il centro un nuovo impianto di illuminazione ecosostenibile, un’area verde esterna dedicata ad eventi e un orto urbano per l’intero quartiere. Insomma, la questione è quella di contribuire a un futuro più sereno, più verde – come i progetti degli anni passati – ma partendo stavolta dalle comunità locali. È pensare localmente attraverso le persone e con i loro quartieri, ma anche sapere che abitare un luogo, abitarlo davvero, significa costruire una comunità.
Ed è qui che sta, forse, l’intenzione di Dikele Distefano rispetto alla FC St. Ambroeus: quella di saper immaginare attraverso le persone un futuro per i luoghi e viceversa. Di sapere, in questo caso, che il calcio non è né una valvola di sfogo né semplicemente uno sport, ma un gioco che sa fare comunità, sa essere prima di tutto uno spazio di inclusione e di confronto, insomma, un processo educativo con gli altri che può essere capito da tutti. Proprio come il pallone o i nomi dei giocatori di calcio.