A quanto pare il „palazzinaro amaro“ (palazzinaro baro) dovrà farsene definitivamente una ragione. Dopo quasi tre decenni di lotte e attivismo sul territorio per contrastare la speculazione edilizia, finalmente per il quadrante Est della Capitale arriva una buona notizia fortemente voluta e sudata dalla cittadinanza: la commissione Ambiente della Regione Lazio ha approvato la proposta che avvia l’istituzione del Monumento naturale in una parte dell’area della Ex Snia, quella del lago Ex Snia-Viscosa, ribattezzato lago Bullicante, formalizzando un primo reale passo verso la tutela dello specchio d’acqua e della vegetazione circostante che dal 1992 è stata a più riprese minacciata (e salvata in extremis) da una brutale e grossolana speculazione edilizia che avrebbe voluto un parcheggio sotterraneo in uno dei pochissimi angoli verdi del quadrante tra Prenestina e Portonaccio, in quella zona nata nel 1923 come sito industriale per la produzione del rayon, poi dismesso a inizio anni Cinquanta.
Una storia tipicamente romana, quella del Lago Ex Snia (che, ricordiamo, nasceva „spontaneamente“ a seguito di un incidente/errore occorso nel 1992, durante i lavori di costruzione di un parcheggio interrato, condotto senza la minima cognizione di causa e consapevolezza urbanistica dalla società Ponente 1978 in un’area dove sotto scorreva il fosso della Marranella), e una vittoria storica per le diverse e fondamentali realtà del territorio che fin dai primi Novanta hanno lottato contro questa speculazione edilizia – il Comitato di quartiere Pigneto Prenestino, il Centro Sociale ex Snia, il Forum Territoriale Parco delle Energie – che ha minacciato a più riprese l’area, portando a casa un primo risultato a inizio Duemila proprio con la realizzazione del Parco delle Energie e la nascita del relativo Comitato sorto per tutelarne l’esistenza e la funzionalità.
Se il Monumento naturale segna una netta inversione di tendenza, che scongiura per sempre la possibilità che qualcuno costruisca sul lago (che, ricordiamo, è l’unico lago naturale di Roma e possiede acque addirittura balneabili), si tratta di un recupero/rigenerazione parziale, poiché il perimetro delineato dal decreto regionale è al di sotto dei limiti per preservare la notevole e preziosa biodiversità e dei bisogni e delle aspettative del territorio. Resta infatti a rischio tutta l’area privata della ex fabbrica a ridosso di Largo Preneste, area sulla quale la cittadinanza attraverso la rete di architetti, urbanisti, ingegneri, geografi, geologi, storici, botanici, naturalisti che sta portando avanti le istruttorie di tutela del lago, è già al lavoro per elaborare deduzioni da inviare alla Regione affinché il perimetro del Monumento venga esteso e vada a coprire l’intera area, sia pubblica sia privata.
QUI un’interessante cronistoria della vicenda e della relativa lotta per tutelare il lago e l’area verde dalla speculazione della Viscosa di via Prenestina.