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Nasce Big Eyes Art Gallery, spazio per l’arte post digital che incontra il design di Fabrica Features

quartiere Santo Stefano

Geschrieben von Salvatore Papa il 19 Oktober 2023

Sabato 21 ottobre 2023 alle h 19 debutta a Bologna una nuova galleria dedicata ai talenti emergenti della scena contemporanea. Si chiama Big Eyes Art Gallery ed è ospitata nei locali di Fabrica Features in Strada Maggiore 7/E. Lo spazio espositivo, curato da Tiziana Sanzone, è dedicato alla post digital art da declinare come Pop Surrealism, Pop Art contemporanea e come una nuova frontiera della Street Art. Dopo un avvio sperimentale alla fine del 2022, la galleria inaugura con la mostra Ultrapop, esponendo le opere di Psychonoir, Marie Sugimoto, Electropantera, Mais2_art, Bebo Soho, Roger.io.

Big Eyes Art Gallery si inserisce, quindi, nell’evoluzione costante di Fabrica Features, concept store gestito da Fabrizio Valentino e co-diretto dalla stessa Tiziana Sanzone che sin dal lontano 2001 sopravvive alle rivoluzioni del commercio , proponendo una costante ricerca sul design, gli oggetti d’arte, gli accessori e i brand di ricerca. 

Ne abbiamo parlato con Tiziana Sanzone.

Tiziana Sanzone

Partiamo da lontano. Com’è nato Fabrica Features?

Da una nostra sfida. Volevamo portare a Bologna un’idea innovativa di store capace di mixare in maniera audace oggetti di marchi affermati dal design ricercato, produzioni di piccole serie e pezzi unici di designer e artisti emergenti a cui affiancare una libreria dedicata a una selezione di volumi di arti visive che trattavano di grafica, di illustrazione, di fotografia, di moda e di accessori personali. Si parla di 20 anni fa, quando il concetto di ibridazione di generi merceologici differenti era ancora pionieristica e si faceva sempre più impellente nelle priorità dei consumatori l’esigenza di portate in casa oggetti più o meno funzionali ma con un bel disegno che fossero soprattutto acquistabili da tutti, alla portata di ogni portafoglio.
Detta in altra maniera, il «basta che funzioni» era superato dal design applicato a tutto l’interior che poteva andare dall’infinitamente piccolo al grande pezzo d’arredo. Questo è di fatto il format del concept store: dagli scaffali ricolmi di pezzi anonimi si passava alla selezione curata di oggetti. Non c’era quasi più la figura del semplice negoziante ma una figura più simile a un direttore artistico e creativo che faceva un lavoro mirato di ricerca che da un lato rispondeva a una visione e a un gusto preciso. Era la proposta di uno stile di vita, non la mera soddisfazione di un bisogno da parte del cliente.

Bologna come vi ha accolti?

La città ci ha accolti non bene ma benissimo. La risposta è stata fin da subito positiva, sia per noi sia per tutte quelle attività che avevano puntato su un tipo differente di shop. Facciamo con soddisfazione il nostro lavoro dal 2001 e questo è il motivo per cui siamo ancora qua. Dobbiamo dire che la cura che mettiamo nella selezione ci premia ancora oggi anche se è indubbio che Bologna si sta trasformando.

Come è cambiata nel tempo l’attività?

Sicuramente il cambiamento, il rivoluzionare anno dopo anno questo contenitore, è stato uno dei tratti distintivi dell’identità di Fabrica Features. È stata anche la forza propulsiva che ha permesso a questa attività di sopravvivere a grandi crisi e terremoti economici, a cambiamenti di gusto cercando di anticipare le esigenze di una società che stava cambiando sotto i nostri occhi. Tutto questo ha permesso a me e a Fabrizio Valentino, proprietario dello store, di non annoiarci e di rinnovare continuamente l’amore nei confronti del nostro lavoro di ricerca.

Come avete fatto a sopravvivere ai vari franchising di design low cost?

Qui veniamo alla contemporaneità. Il cambiamento al quale stiamo assistendo in questo momento è radicale e non riguarda solo la sfera del gusto. Oggi è cambiato il modus. Mi spiego meglio. Conosciamo tutti le catene di franchising e quel mantra «spendo poco tanto non vale la pena» ma, a mio avviso, la rivoluzione più forte coinvolge il comportamento. Il cliente esaurisce il desiderio dell’acquisto, semplicemente catturando un’immagine che finirà per essere condivisa come trofeo di conquista. Se acquista, invece di farlo da noi, molto spesso lo fa su piattaforme on line perché ci può essere un risparmio e i servizi offerti possono essere migliori, intendo consegne, ritiri e resi incondizionati. È un fenomeno che non coinvolge solamente noi ma molte attività che fanno un intenso lavoro di ricerca, un valore aggiunto che non sempre viene riconosciuto anche se devo confessare che, per fortuna, abbiamo abituato bene la nostra clientela.

Come si fa a sopravvivere a tutto questo?

Rispondere è difficile ma banale al tempo stesso. Ci si attrezza facendo riferimento ai propri punti di forza, un po’ come se fossimo Davide contro Golia. Cerchiamo prodotti alternativi, non massificati e dotati di una componente immateriale, difficile da descrivere. Alludo, per fare un esempio, a una passione che si trasmette e a un’esperienza di acquisto originale e gratificante per tutti, sia per noi sia per il cliente.

Cosa significa design per voi e perché ci tenete tanto?

Quello che ci tiene legati ancora a questo mondo è l’amore per le cose belle e la possibilità di condividere un’emozione con chi sceglie e acquista da noi. Ma non solo. Recentemente abbiamo anche deciso di reinventarci, destinando sue sale di Fabrica Features a Big Eyes Art Gallery, un nuovo spazio espositivo dedicato a movimenti contemporanei come la Post Digital Art. Inoltre i protagonisti di questa rinascita del figurativo, molto pop, sono talenti under 40 che hanno un gran mercato nel collezionismo. Le donne poi si distinguono in questo settore. Ne abbiamo una prova anche in Ultrapop, la mostra collettiva con la quale debuttiamo ufficialmente: su sei nomi, quattro sono di artiste.

Perché questo nuovo spazio espositivo?

Big Eyes Art Gallery nasce da una consapevolezza maturata nel tempo. La mia formazione è storico-artistica e in passato ho lavorato anche in alcune gallerie. Non ho mai abbandonato l’arte in tutti questi anni, sia come curiosa e affamata visitatrice di mostre e eventi sia come piccola collezionista. Senza rendermene conto ho affollato la mia casa di oggetti d’arte trasformando il posto in cui vivo in una sorta di esibizione permanente. Quando venivano a trovarmi, tutti notavano questo aspetto e la cosa non poteva che farmi piacere: non ho mai tradito la mia indole che era anche quella di condividere con gli altri una passione per me così forte. Per me è fondamentale rendere fruibile a quante più persone possibili il linguaggio misterioso col quale l’arte si esprime. Ecco perché l’idea di rilanciare con Big Eyes Art Gallery, per dare seguito a quello che sostengo da sempre: dal primo momento nel quale si decide di acquistare un oggetto d’arte, la propria casa e la propria vita non saranno più le stesse perché si eleva la capacità di critica, la propria concezione di essere umano e di vita. Per me l’arte è ciò che ci può rendere persone migliori.