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È bello ciò che è instagrammabile: Claudiano.jpeg e la sua street art in miniatura

quartiere Bolognina

Geschrieben von Salvatore Papa il 23 Januar 2023
Aggiornato il 17 Februar 2023

I suoi lillipuziani da qualche anno sono entrati a far parte della caotica identità „muraria“ della città: personaggi di carta minuscoli tra turisti in ciabatte, coppie di anziani, studenti e soprattutto animali antropomorfi che dispensano massime sulla vita, l’amore e la famiglia appoggiati ai contatori del gas, negli angoli dei portici o in qualche anfratto in attesa di essere spazzati via dalla pioggia o dalle nettezza urbana. Dalla provincia toscana alle strade di Bologna, Claudiano.jpeg, classe ’92, ha sviluppato la sua arte unendo grafica, illustrazione e fotografia sbarcando con successo prima su instagram e poi nella sua prima mostra bolognese che, non a caso, è intitolata Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che è instagrammabile dal 31 gennaio al 18 febbraio in Biblioteca Salaborsa a cura di Succede solo a Bologna.

Ecco cosa ci ha raccontato.

 

Come sei arrivato a Bologna e perché sei ancora qui?

Vengo da Ulignano, un paesino della profonda provincia di Siena dove non abbiamo niente di interessante, se non un mago che toglie il malocchio, un produttore discografico affermato e dei produttori di vino che vanno in giro in elicottero.
Ero stanco di lavorare in fabbrica o come segretario in un’agenzia di rappresentanza per uno stipendio ridicolo. Sono arrivato a Bologna un po’ per curiosità, un po’ per caso circa 9 anni fa. È stata l’unica Accademia che mi ha ammesso. Ho frequentato il corso di Fumetto e Illustrazione, poi ho vissuto a Bristol per un po‘, ma ho deciso di tornare qui perché è l’unico posto che considero casa.

Prima di diventare Claudiano hai fatto un sacco di altre cose molto diverse…poi cos’è successo?

Ho lavorato come social media manager, fotografo nelle discoteche, per brand di moda e altre cose. Alcune mie foto sono state pubblicate su Vanity Fair e Rolling Stone. Ma non è cambiato niente nella mia vita. Non ne potevo più di essere al servizio di chi non ti dà niente in cambio. Volevo far succedere quante più cose possibile nel minor tempo possibile. Ero stanco di aspettare e di mandare curriculum.

Come la città contribuisce alla tua ispirazione?

Bologna ha dentro sé un’umanità molto varia, colorata e piena di contraddizioni. E questo per me è già un’enorme fonte di ispirazione. Poi è a misura d’uomo. Fa sentire un certo senso di comunità.

Come si sviluppa oggi il tuo lavoro? Come scegli cosa va in strada e cosa no?

È una domanda che mi faccio spesso anch’io, ma alla quale non ho effettivamente trovato una risposta chiara. In strada ci va tutto ciò che è immediatamente fruibile. Nei quadri invece ci va qualcosa di più “velato”.

Ci sono dei temi che ti interessano più di altri? E perché?

Mi interessa un sacco parlare di relazioni umane, amorose e del rapporto con la mia famiglia, perché è qui che nasce e muore tutto. È qui che si sviluppano le nostre insicurezze, il nostro modo di vivere, di pensare, di agire. Alla base del mio lavoro c’è la psicologia. Avrei voluto studiarla all’Università, poi sono arrivato 986esimo al test d’ammissione e quindi ho rinunciato.
Oltre a questo, c’è anche la voglia di ridere di tutto e di tutti, credo come meccanismo di autodifesa a tutte le sfighe che la mia famiglia ha dovuto e deve affrontare.

Chi sono i tuoi riferimenti artistici/culturali?

Nel mio lavoro c’è una realtà dissacrante e ironica che si rifà al Woody Allen cinematografico ma anche a quello narrativo. Ci sono le canzoni di Caparezza, le storie per bambini di Rohald Dahl, la fotografia di Martin Parr, l’illustrazione surreale di Ericailcane, ma anche la profonda provincia toscana da cui vengo, dove niente viene mai preso sul serio e tutto diventa un’inesauribile fonte di nichilismo.

Quando oggi “al paese” ti chiedono cosa fai per campare, cosa rispondi? E cosa fai oltre alla tua attività più nota?

Rispondo che vivo della mia creatività. Oltre a questo, lavoro come grafico e illustratore per Succede solo a Bologna.

Qual è la tua definizione di street art?

Per me la street-art è qualcosa che ti regala una riflessione o un’emozione improvvisa mentre stai camminando per strada, perso nei tuoi pensieri.

Cosa ne pensi del dibattito sui “muri sporchi che creano degrado"?

I muri sporchi mi fanno effettivamente schifo. Credo che quando ci si approccia alla street art, sia giusto capire se effettivamente si ha davvero qualcosa di bello o utile da comunicare e/o condividere, o lo si fa solo per il gusto di farlo. Non sopporto più le cose fatte tanto per fare. Oh, sto invecchiando male.

In quale quartiere vivi e quali sono i suoi luoghi dove ti piace trascorrere del tempo?

Vivo nella Bolognina da ormai un paio di anni, però i luoghi in cui amo trascorrere il mio tempo libero sono i boschi. La città spesso mi soffoca e ho bisogno di scappare dove i pensieri fluiscono meglio.

Come la racconteresti a chi non la conosce?

La Bolognina non è bella, però ci si sta bene.

Come li vedi i tuoi lillipuziani tra qualche anno?

Tra qualche anno, spero in giro per il mondo e in equilibrio con me.