Era una domenica sera dell’estate del 2014 e mentre tornavo verso casa, passando dalla Fabbrica del vapore, ho sentito un familiare battito in 4/4 che però non capivo da dove provenisse. Dal cortine dello spazio di via Procaccini non c’era nessun segnale di feste e così presi via Luigi Nono. Da un lato il muro del Cimitero Monumentale (non poteva provenire da lì il sound) e dall’altro il muro perimetrale della Fabbrica. A un certo punto a interrompere la continuità di mattoni e intonaco trovo una porticina in ferro. La cassa era sempre più vicina, avevo preso la direzione giusta. Attaccato con lo scotch fuori dalla porta c’era un foglio A4 con la scritta DO.G.S.. Dovevo entrare. Varcata la soglia ecco il party: un piccolo giardino di cemento abbellito con qualche luce, dei bancali e una consolle. Chi c’era si conosceva e il clima era molto amichevole, in consolle mi sembra ci fosse Marcelo e in pista incontro P. (manterremo l’incognito per tutta l’intervista) che solitamente faceva la porta alle feste del County of Milan mentre stavolta era lì che cercava di capire se tutto era sotto controllo tra bar, impianto, luci, eccetera, mi da il benvenuto al suo DO THE GROOVES ON SUNDAY e mi presenta il suo compagno di festa F. (anche per lui manterremo l’incognito). Da quella domenica DO.G.S., ai Ram Studios, è stato il miglior party domenicale, con cadenza occasionale, delle ultime stagioni. Quello che mi ha fatto andare a lavoro il lunedì a fissare lo schermo e ascoltare un sacco di musica da ricordare e da associare ai sorrisi di amici, conoscenti e simpatici sconsciuti. Poi DO.G.S. ha iniziato a vagare come vi abbiamo già raccontato qui e a non essere più IL party della domenica che iniziava presto e finiva presto. Io comunque ne ho persi veramente pochi di DO.G.S. e in P. e F. ci ho creduto e ci credo perché come altri hanno fatto della loro passione un lavoro. Ecco quindi che in occasione dell’opening party della stagione invernale ho deciso di intervistarli.
So che volete mantenere un po‘ di mistero intorno a voi però partiamo dall’inizio: chi siete? Da dove venite? Quando siete nati?
P. & F. – Siamo due monelli che vengono dai lati opposti del Mare Adriatico, uno è nato a Gennaio e l’altro a Febbraio.
Ricordo male o la prima volta che vi siete incontrati è stato all’Accademia delle Belle Arti?
F. – La primissima volta ci siamo incontrati a un Privat Party in zona Lambrate nel 2006 mi sembra. Poi io e P. abbiamo approfondito la nostra conoscenza a Berlino quattro anni fa circa incontrandoci sempre in giro per club. Col tempo ho scoperto che abbiamo frequentato lo stesso corso all’Accademia di Belle Arti, ma in anni diversi perché P. ha cinque anni in più di me.
P. – Io invece mi ricordo di avere visto per la prima volta F. a un rave fuori Milano. La goccia che ha fatto traboccare il vaso però risale a Berlino esattamente il 26.11.2012.
Cosa fate nella vita?
F. – Tante, tantissime cose.
P. – Vivo il presente e lavoro su me stesso.
È divertente fare i promoter della notte?
F. – Definirci promoter è un pò riduttivo, perché facciamo tutto quello che c’è dietro all’organizzazione di un evento musicale: comunicazione, grafica, booking dj, scouting location, gestione bar/catering, luci eccetera. Insomma siamo dei tuttofare della notte e del giorno visto che a volte DO.G.S. inizia alla luce del sole. Diciamo che è divertente perché faccio quello che amo avendo sempre seguito la scena musicale con molta passione fin da piccolo. Non a caso i miei genitori si sono conosciuti la prima volta perché mia mamma aveva bisogno di un passaggio per andare al concerto dei PFM e Pino Daniele. Penso in generale che se ognuno facesse il lavoro che gli piace risulterebbe divertente.
P. – Si e no, non mi considero solamente un promoter, ma piuttosto un art director nonostante andiamo a prendere gli artisti e passiamo il tempo con loro prima e dopo la festa, se siamo in forma.
Prima di organizzare DO.G.S. cosa facevate?F. – Prima di organizzare DO.G.S. ho fatto tanti lavori vari e diversi, pensavo che più esperienze lavorative sarebbero state formative per comprendere il mondo e le sue dinamiche. Ho fatto il commesso, il modello, il promoter e altro ancora. Tutto questo per mantenermi mentre studiavo all’Accademia delle Belle Arti di Milano. Poi nel 2012, finita l’accademia, mi sono spostato a Berlino con l’intento di comprendere e vivere la scena del clubbing locale e con l’idea prettamente lavorativa di aprire un ristorante. Da lì ho deciso di imparare a lavorare in cucina e l’ho fatto per circa un anno e mezzo. Durante quel periodo i gestori del ristorante dove lavoravo aprirono un altro locale con un’area dancefloor e consolle annessa. Sapendo che seguivo la scena musicale e che avevo alcuni amici dj, mi fu chiesto di organizzare degli eventi. Ne organizzai due che andarono bene e così pensai che potevo provarci a Milano con P. e nacque DO.G.S.
Quindi sei appassionato di cucina? Qual è il piatto che ti riesce meglio? Mi sto autoinvitando a cena te lo dico…
Si, mi piace cucinare anche se ultimamente ho perso un po‘ le mie doti. A cena quando vuoi, senza nessun problema. Il piatto che mi riesce meglio è il tiramisù.
E tu P. cosa facevi prima di DO.G.S.?
P. – Il mio primissimo lavoro fu a 8 anni quello di vendere il gelato sotto casa al bar di alcuni amici dei miei genitori. Poi mentre frequentavo il corso di grafica artistica all’istituto d‘ arte avevo un mini mercatino dell’usato. Utilizzavo gli armadi liberi nelle aule di incisione per tenere i vestiti usati che prendevo in giro nei mercati la mattina presto, scelti pensando alle persone della scuola alla quali avevo intenzione di venderli. Nello stesso periodo arredavo su commissione locali, vetrine dei negozi e spazi. Poi avevo dei cani, già da quando ero piccolo, e mia mamma aveva un pets shop così ho imparato a fare il toelettatore per alcune razze e li portavo alle esposizioni e i raduni.
Mi stai dicendo che l’idea di DO.G.S. arriva da qui?
P. – Esattamente!
THE DANCEFLOOR IS WHERE EVERYTHING STARTS, IT’S WHERE THINGS GROW
E poi cos’hai fatto?
Poi ho deciso di provare a iscrivermi all’Accademia di Brera qui a Milano quando avevo 18 anni dove mentre studiavo lavoravo solamente nei week end. Poi girando di notte ho conosciuto la Maria del Gasoline che mi propose di lavorare al guardaroba e poco dopo ho conosciuto anche Marcelo che mi ha affidato il compito di fare il door selector al Pink is punk ai Magazzini Generali e poi seguendo Marcelo nelle altre location e a tante altre feste di moda. In questo periodo ho conosciuto Neil Barrett e Carlo Barone (presidente del marchio dello stilista inglese di base a Milano, ndr) e grazie a loro ho iniziato a lavorare in showroom facendo il venditore stagionale per circa 7 anni. Tutto ciò facendo sempre il door selector di notte ai Magazzini, poi al Dude e poi in altri locali underground di Milano.
F. – Vivevo a Berlino dove frequentavo principalmente il Berghain/Panorama Bar/Säule e seguivo alcune feste come Gegen al KitKat o Homopatik all’About Blank. A Milano ora seguo i ragazzi di Buka e ogni tanto vado a Macao.
P. – Si iniziava col Gasoline di giovedì e si chiudeva col Plastic alla Domenica, mentre in mezzo non mi ricordo più! (ride)
Qual è il party più figo a cui siete stati?
F. – Ho fatto veramente tante feste nella vita per cui dirti il party più figo non avrebbe senso. Preferisco piuttosto elencarti degli “eventi” o situazioni di party che mi hanno segnato ed emozionato:
– Concerto dei Prodigy, 2003
– Dvs1 in chiusura al Berghain, 2016
– Live dei Kraftwerk, 2006
– Apparat al Leoncavallo, 2008
P. – Afterino spontaneo dell’anno scorso a casa di Cristian Schmidt.
Bisogna sempre celebrare TUTTO in qualche modo.
E se aveste un budget illimitato che festa organizzereste?
F. – Sono in fissa letteralmente per gli spazi industriali abbandonati o incompiuti con grandi aree esterne. Organizzerei una giornata domenicale dalle 10 di mattina fino a Lunedì mattina, chiamerei tutti i dj di nicchia di Berlino e qualche “big” che amo. Poi comprerei il volo a 50 persone di Berlino importanti e chiave, che per me rappresentano al meglio il dancefloor, e li inviterei a ballare. Oltre alla musica chiamerei scultori e artisti per svolgere degli allestimenti unici.
P. – Domanda troppo difficile per me adesso.
Come guardate chi lavora nella notte da ormai quasi un decennio? C’è qualcuno di Milano o di altre città che stimate particolarmente?
F. – Grazie ad alcuni di loro in passato mi sono avvicinato al mondo del clubbing e alla musica proprio perché hanno portato qualcosa che mancava a Milano. Il mood prevalente, tuttavia, mi è sempre sembrato quello da: “sto dietro al dj”, che per me è esattamente agli antipodi della mia idea di chi lavora dietro alla quinte in questo settore. Non bisogna mai dimenticarsi di divertirsi e stare coi piedi per terra e non dietro la consolle, ma davanti, dove c’è la festa vera. A Milano ritengo ci sia un po’ questa mentalità che non vai agli eventi altrui per cui alla fine ti chiudi nel tuo lavoro e in quello che fai.
Per me il concetto perfetto di clubbing e cultura elettronica è quello che sta dietro al Berghain/Panorama Bar, anche se ormai ha sviluppato un hype esagerato. Ma la musica che senti lì, la gente che c’è lì, la struttura che hanno a disposizione è esattamente la mia idea di clubbing e divertimento.
Un’altra organizzazione che amo a Berlino è Gegen che rimane il mio party preferito. A Parigi c’è Cicciolina, che ha veramente una bella energia. A Milano invece stimo molto i ragazzi di Buka.
P. – THE DANCEFLOOR IS WHERE EVERYTHING STARTS, IT’S WHERE THINGS GROW.
Tra le persone che stimo particolarmente c’è String Emil.
Cosa vi ha spinto a organizzare un vostro party? Com’è nato DO.G.S.?
F. – Quando ho iniziato a frequentare la scena a Berlino mi sono chiesto se non fosse possibile portare lo stesso spirito a Milano. È nato tutto in modo molto spontaneo e mi son sentito di coinvolgere P., visto che è da anni che lavorava nei club di Milano. La location storica vicino alla Fabbrica del Vapore ci è sembrata perfetta da subito per lanciare quell’idea di festa che partisse di Domenica, infatti il nome DO.G.S. è l’acronimo di Do the Groove on Sunday. Diciamo che è tutto nato con molto amore e poche pianificazioni.
P. – Semplicemente volevamo fare una cosa assieme. Visto che ci siamo conosciuti in festa come è successo ad entrambi i nostri genitori, ci siamo detti: “famo na festa!”
Come funziona organizzare un party? Raccontateci un po‘ le fasi dalla scelta della location alla spesa alla Metro.F. – Per fortuna la spesa alla Metro non la si fa più! Ormai col tempo abbiamo organizzato il lavoro faticando fisicamente il meno possibile. Per organizzare un party ci sono due fasi: quella progettuale e quella realizzativa. In quella progettuale cerchi la location, vai a parlare coi gestori, cerchi di far loro capire quello che vuoi fare se non lo conoscono, il più delle volte ahimè è così, pensi alla grafica per la comunicazione, ai musicisti, al personale da avere durante l’evento, eccetera. Infine c’è quella realizzativa, in cui allestisci lo spazio, pensi alle luci, fai la prova audio, vai a prendere il dj in aeroporto e poi quando arriva il fatidico giorno cerchi di goderti l’evento con mille cose per la testa.
Raccontateci che party è DO.G.S.? Ci sono situazioni promiscue?
P. – DO.G.S. è un esperienza, non è solo un party!
F. – DO.G.S. è un party non prettamente commerciale, dallo spirito rave, con prezzi accessibili, senza tavoli, privé e cagate di questo tipo. Voglio che la gente si mischi e si lasci andare; amo vedere un pubblico più misto possibile. La musica in termini generali spazia dall’house alla techno con forte richiamo ad artisti che vivono e lavorano a Berlino.
Succede di tutto visto che tutto è concesso: poche regole, niente fotografie e video durante l’evento e rispetto per gli altri.
Per quanto riguarda la musica ascolto almeno 4 ore di musica al giorno: podcast e nuove produzioni. Do molta attenzione a nomi emergenti e attualmente stiamo cercando di chiamare dj che non sono mai passati da Milano o che almeno non suonano qui da un paio di anni. Questo per dare un’offerta culturale locale nuova ed interessante. Quando posso ascolto personalmente i dj dal vivo, altrimenti mi baso sulla ricerca online e nei negozi.
Ti chiedo scusa, ma per me il concetto di promiscuo nel 2017 non ha senso.
P. – Ma va noi siamo dei bravi ragazzi…
F. è vero che odi la disco?
F. – Non odio la disco, ma questi dj set da tre ore di disco non li trovo molto interessanti.
Se non foste dei promoter cose vi piacerebbe fare nella vita?
F. – Collezionista di arte contemporanea.
P. – SLAVE TO THE RHYTHM
Quando non state pensando a un party cosa fate nel tempo libero? Quali sono le vostre passioni? Cucinate? Giocate ai videogiochi?
F. – Nel mio tempo libero amo visitare mostre, cucinare, tenermi aggiornato, leggere, fare sport (almeno 20 km di bicicletta al giorno) e andare al cinema.
P. – Sto coi amici che mi riempiono sempre di gioia e felicita!
Collezionate qualcosa?
F. – I flyers del Berghain.
P. – Sto proprio svuotando la casa
Ci sono dei luoghi di Milano che alimentano le vostre passioni?
F. – Tantissimi: il Parco Nord, via Ventura, gli archi liberty dei binari del treno che vedi in città (Viale Monza, Viale Fulvio Testi etc.) e tutti gli spazi industriali abbandonati.
P. – Cimitero Monumentale.
Dove vivete? Qual è la zona di Milano che vi piace di più?F. – Vivo in zona Maciachini, a Nord di Milano, ma vorrei spostarmi presto verso Dergano, perchè mi piace molto il quartiere: case basse, vie deserte, spazi industriali. Sembra di essere in un Paese, ma sei in città a due passi dal centro.
P. – China Town
Dove andate a fare colazione? Pranzo? Cena? Quali sono i vostri bar e ristoranti preferiti di Milano? E i vostri drink e piatti?
F. – Di solito faccio colazione a casa, è quasi una tradizione. Non sono invece il tipo da solito posto: mi sa di vecchiaia. Il mio drink preferito è il moscow mule, il mio piatto la parmigiana di melanzane.
P. – Non faccio quasi mai la colazione, solo quando sto al mare. Sono piu da panchina o muretto, acqua di cocco e porridge di cocco e mandorle con la frutta fresca.
Abbiamo parlato di voi, del vostro lavoro, della musica, della vostra Milano, ora chiudiamo con una domanda un po‘ marzulliana: la vita è un party o i party aiutano a vivere?
F. – I party aiutano a vivere e sono un diritto. Come dice P.: “Balla che ti passa”.
P. – Bisogna sempre celebrare TUTTO in qualche modo.
Chi sono i vostri eroi?
F. – Bruno Munari, Silvano Agosti, Pier Paolo Pasolini, Mia Mamma, Gianroberto Casaleggio, Rino Gaetano, i Kraftwerk.
P. – The Monthy Phyton Comedy Crew.