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Marco Sala

Venerdì 23 ottobre inizia la residenza mensile del label party di Just This al Tunnel. Dietro questa etichetta milanese c'è Marco Sala che è uno dei gestori del TOM., il direttore artistico del sabato del Divina, uno dei soci del Tipic di Formentera e una delle menti più operative del progetto di clubbing ponte tra Barcellona e Milano, Loud & Contact.

Geschrieben von Emanuele Zagor Treppiedi il 10 Oktober 2015
Aggiornato il 23 Januar 2017

Settimana scorsa vi abbiamo presentato Marco Sala nelle vesti di dj ospitandolo nel nostro spazio mensile Zero Backstage all’interno di Signal Hills su m2o. Ora in questa intervista, che abbiamo preparato per l’inaugurazione della residenza mensile della sua label Just This al Tunnel, ve lo facciamo conoscere meglio. Nel giro di qualche anno Marco Sala si è dimostrato uno dei promoter della notte più attivi. Ha iniziato come pr allo storico The Base (all’attuale Amnesia) ha avuto due negozi di abbigliamento, si è occupato di comunicazione ed eventi per l’agenzia Awer Comunication (per cui oggi segue delle consulenze musicali) è impegnato al Divina come direttore del Gloss Club di sabato sera, è uno dei soci del TOM. e con il progetto Loud & Contact è coinvolto in Social Music City (esperimento diurno che in occasione di Expo ha fatto ballare parecchie decine di migliaia di persone a Milano allo scalo ferroviario di Porta Romana) e nell’organizzazione di diversi party durante la settimana del Sónar a Barcellona. Dalla Brianza alla Catalogna, passando per Copenaghen dove per la sua label Just This cura un party mensile. Beve tequila o mezcal ed è intollerante al glutine, in questa intervista ci racconta la sua giornata lavorativa e le sue passioni.

Chi sei? Cosa fai? Data di nascita? Da dove vieni? Perché sei qui?
Marco Sala, nato il 27 maggio del 1983. Faccio il promoter di musica elettronica e ho partecipazioni in alcune aziende/attività. Vengo dall’area nord di Milano Monza – Brianza ma 7 anni fa mi sono trasferito in città. Perché sono qui? Non so rispondere, non mi viene nulla!​

È divertente fare il promoter?
Fare il promoter è divertente ma allo stesso tempo impegnativo: non esistono orari e soprattutto ci sono periodi (pensa alla settimana del Sónar) dove i ritmi sono davvero sostenuti. La parte positiva è sicuramente conoscere e incontrare addetti ai lavori, artisti, persone provenienti da tutto il mondo.

Come funziona il tuo lavoro?
è abbastanza complesso, non ha uno schedule ben preciso. Tendenzialmente mi occupo del booking, del marketing e della comunicazione dei miei eventi. Sono in contatto con manager e booker internazionali e programmo la parte musicale dei locali per i quali lavoro. Per progetti più importanti ne seguo lo sviluppo e la produzione insieme ai miei partner.

Ci racconti la tua giornata?
Durante la settimana mi sveglio abbastanza presto, 2-3 mattine nuoto vado ai Canottieri Milano o vado a correre poi mi fiondo in ufficio. Solitamente pranzo al TOM. o in qualche altro ristorante, molto spesso per appuntamenti di lavoro. Finisco abbastanza tardi e quando non ho impegni serali divano e film sono un must.

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Tra Divina e TOM. siete diversi soci, chi sono e come vi siete conosciuti? Tu che ruolo hai?
Della compagine TOM. facciamo parte io, Davide Z. (conosciuto in quanto uno dei soci del Divina), i fratelli Mottolese che conosco da diversi anni (Filippo uno dei due gemelli è un nostro storico collaboratore di Gloss sempre al Divina), Ezra un ragazzo giovane ma molto intraprendente ed Emma, una delle due teste del progetto musicale Hunter/Game. A differenza del TOM. al Divina attualmente non ho partecipazioni nella società ma la gestione del sabato da anni ed il rapporto con la proprietà è davvero ottimo, magari un domani….
Per tutti e due i locali mi occupo della programmazione artistica (al Divina solo del sabato) e per il TOM. faccio anche una supervisione generale dell’attività.

Cosa ti ha spinto a organizzare feste? Ci racconti come hai iniziato?
Ho iniziato a 17 anni facendo il pr al The Base con quello che è tutt’ora il mio socio al Gloss Club, Matteo Crippa. Lui già lavorava x l’organizzazione da qualche anno e come prima esperienza devo dire è stata molto intensa. Poi ho unito il tutto alla vena imprenditoriale che fin da giovane era abbastanza viva (ho anche avuto due negozi di abbigliamento) e poi il percorso è stato abbastanza naturale.

Come hai conosciuto Matteo Crippa?​
Avevo trovato un flyer col suo numero in giro ed ho iniziato a sentirlo assiduamente per le liste. Da li a un anno il suo socio storico, Emy, lasciò ed iniziai a lavorare con lui.

Dalla Brianza a Milano, dove andavi a ballare e quali sono i primi i locali che hai frequentato?
A dire il vero la Brianza l’ho sempre frequentata poco. Ho anche saltato il periodo sabato/domenica pomeriggio. Il mio primo grande amore è stato il Mazoom, dai 16 anni in poi ho iniziato a frequentare i locali di tendenza che allora, nel Nord Italia, non erano poi così tanti: oltre al Mazoom, il Fluid e il The Base per il quale poi iniziai a lavorare. A dire il vero la prima volta al Mazoom è stata a 15 anni e me la ricordo molto bene!

Raccontacela.
Per me il Mazoom era davvero una posto leggendario. Avevo iniziato a collezionare cassette delle serate ed appassionarmi all’house 90’s. Gli amici con cui uscivo in compagnia allora erano tutti più grandi e gran parte di loro ci andavano praticamente tutte le settimane. Alla prima occasione decisi di unirmi a loro e fu magico. Ricordo ancora quel grosso parcheggio, la fila… allora per poter entrare dovevi vestirti piuttosto elegante e ricordo che andai a comprare un outfit ad hoc per l’occasione. Una delle successive volte nell’estate del 99 ci andai con Gigi (Contact, Social Music City) uno dei miei attuali partner.

Come sei approdato al Divina?
Al Divina siamo arrivati dopo i primi due anni di Gloss Club passati all’ex Pulp in via Alserio sempre a Milano. Avevamo bisogno di qualcosa di nuovo, di più centrale, così mi presentai da Davide, mio attuale socio al TOM. e l’ho convinto a darci in gestione il sabato sera. Dopo diversi anni credo possa esser felice della scelta d’allora.

Il TOM. è uno dei locali nuovi che ha avuto più successo lo scorso anno, ce lo racconti dall’ideazione alla realizzazione, passando per le fonti di ispirazione?
Il TOM. è uno dei progetti che sento più vicino, credo che sia per molti versi unico nel suo genere. Mi era stato chiesto più volte di pensare a qualcosa per risollevare le sorti di quello che ormai era un locale decadente, lo Shu, ma in precedenza non ce n’era mai stata occasione. Poi lo scorso anno viaggiando tra Stati Uniti, Spagna ed Israele dove ho trovato le giuste ispirazioni. Da Barcellona ho preso l’idea della ristorazione dinamica, meno sedentaria del classico ristorante milanese, con un menù internazionale. Per la parte club l’idea è stata presa dagli speakeasy americani anni ’50/’60. Ne ho visto uno molto figo a San Diego ed è stato davvero importante per capire che le due zone (ristorante e club) andavano divise e distaccate il più possibile. A Tel-Aviv il Deli Sandwich è lo stesso concetto: un piccola hamburgheria con un club nel basement, sorprendente!

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Il Deli Sandwich di Tel Aviv

Chi sono le persone che vengono più spesso a bere, mangiare o ballare al TOM.?
Questa domanda mi mette un po‘ in difficoltà ma direi: Andrea Larghi, caro amico ed imprenditore è uno dei clienti più affezionati del ristorante! David Beltran è l’uomo immagine e pare faccia anche parte dell’arredamento (un po‘ meno da quando s’è tagliato la barba!) e poi Micky Girone, Francesco Chiamulera e Pascal Moscheni sono di certo i nostri collaboratori con più gettoni e persone più affezionate al locale.

David Beltra, Pascal Moscheni e Marco Sala al TOM.
David Beltran, Pascal Moscheni e Marco Sala al TOM.
 
Sei stato coinvolto con il progetto Loud & Contact anche a Social Music City allo scalo di Porta Romana, ci racconti com’è nato Loud & Contact, la sua parentesi spagnola e come si inserisce in Social Music City? Chi sono i vostri appoggi spagnoli?
L’avventura spagnola è nata 5 anni fa quando Gigi Urso (mio partner in Contact e Social Music City) è stato contattato da Alessio (Loud) per fare un party nella terrazza dello ZT Hotel di Barcellona. Da allora la collaborazione si è intensificata e il progetto negli anni è cresciuto in maniera esponenziale: lo scorso anno con l’ingresso nel Poble Espanyol il salto di qualità è stato notevole. Io sono subentrato due anni fa con la produzione dei bar e poi dal 2014 come partner del progetto. È davvero magico poter lavorare per un mese intero a Barcellona. Durante il Sónar l’energia che si respira è davvero unica.

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Ci dici i pro e i contro di lavorare in Italia e i pro e i contro di lavorare in Spagna?
Sono un po‘ le solite, come già sappiamo fuori dall’Italia, e la Spagna non fa eccezione, per alcuni versi è sicuramente più easy: parliamo di leggi, normative tolleranza e di flessibilità. Per altri, come professionalità e puntualità, sono ancora decisamente latenti.

In concomitanza con Barcellona hai preso in gestione anche il Tipic. di Formentera. Com’è nata questa esperienza? Che ruolo hai al Tipic.? Come definite la programmazione musicale?
Il Tipic. è un progetto nato nel 2011 che in questi 4 anni ci ha dato molte soddisfazioni. Formentera prima del Tipic. non era terra fertile per la scena techno/house ed elettronica. Guardando indietro, il lavoro fatto in questi 4 anni è stato notevole, grazie anche a partner come Cocoon che si sono messi in gioco sposando la causa fin dall’inizio. Il club è davvero molto intimo e la sala ha un impianto audio che suona come pochi. Molti degli headliner che tornano ogni anno vengono sempre con molto piacere.

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Non puoi fare tutto da solo, chi è che ti da una mano? In redazione spesso diciamo che se dovessimo cambiare lavoro verremmo a lavorare per te!
Haha volentieri! In primis devo dire che siamo dei gruppi di lavoro molto affiatati e con ruoli ben definiti: quando si fa business, operazioni di una certa entità o più in generale quando si fa impresa, sembrerà banale ma esser supportato da partner con le palle fa la differenza. Sicuramente citerei Alexandra che è la persona che mi cura tutti i contratti, pagamenti e logistica per tutti i miei booking, ​e su Social Music City Giubia è un po‘ un jolly​ tuttofare.

È vero che anche tuo padre gestisce diversi locali tra l’Italia e la Spagna, ti possiamo considerare quindi un figlio d’arte?
No assolutamente no! Mio padre non ha mai avuto locali ha un esposizione di mobili fuori Milano ed è decisamente molto lontano da questo settore.

Cosa facevi prima di dedicarti all’intrattenimento? So che lavori anche per un’agenzia di comunicazione, come riesci a conciliare le due cose?
L’agenzia Awer Communication e il lavoro di promoter sono due cose che sono sempre andate di pari passo: quando abbiamo aperto l’agenzia ho portato molti artisti a eventi di moda, beverage, automotive e videogiochi (i principali settori a cui appartengono i nostri clienti) poi con gli anni mi sono spostato sempre più in una posizione di consulenza che esula un po‘ dal lavoro d’ufficio e di produzione, così da avere più tempo per gli altri progetti.

Hai vissuto sempre a Milano? Dove vivi? Con chi vivi?
Vivo a Milano da circa 6 anni in Via Watt nella zona S. Cristoforo – Morimondo. In questo momento sono single.

Qual è la tua zona preferita di Milano? E tuo luogo preferito?
Sicuramente Ticinese rappresenta una delle aree che frequento maggiormente. Vicolo Lavandai sul Naviglio grande è un angolo della vecchia Milano che mi affascina molto. Trovo super interessante anche zona Isola che dopo anni finalmente si sta affermando.

Il TOM. è il tuo ufficio? C’è un locale di Milano dove ti ritrovi per riunioni o appuntamenti di lavoro?
Fortunatamente ho un ufficio, ma il TOM. vista la sua versatilità spesso e volentieri diventa luogo di appuntamenti.

Escludendo il TOM. dove vai a bere? Qual è il tuo cocktail bar preferito? E il tuo drink?
Credo Rita, Ugo sui Navigli e Lacerba in Porta Romana rappresentino i tre locali che batto maggiormente. Poi tengo 1930 e Nottingham per le occasioni particolari. Cocktail Preferito Margarita Mezcal del TOM..

E invece qual è il tuo ristorante preferito? E il tuo piatto?
Vado per i classici: Cuoco di bordo e Le Trattoria della Pesa. La cotoletta alla milanese lì è irraggiungibile! Anche Giacomo Bistrot è tra i miei favoriti.

Quando stai casa invece cosa fai? Cucini? Giochi ai videogiochi? Se stai su internet quali sono i tuoi siti preferiti?
Di giorno solitamente ho poco tempo per distrarmi. La sera invece mi rilasso con una buona bottiglia di vino guardando un film. Non sono un gran cuoco, quando ho ospiti a casa me la cavo con tartare, guacamole e insalata!

Sei appassionato di musica, compri dischi?
Mi piace un sacco di musica, non solo elettronica, e ovviamente ne compro un sacco!

A Milano c’è un negozio dove ti rifornisci di musica? Cosa compri?
Qualche volta passo da Serendeepity, un vinile ogni tanto lo acquisto, ma prevalentemente faccio spesa on-line.

Arrivati alla musica parliamo di Just This: un’etichetta discografica da te ideata che ti vede coinvolto con l’organizzazione di diverse residenze mensili per l’Europa e una che inaugurerà il 23 ottobre a Milano, ci racconti di questo progetto?
Just This è un progetto cresciuto esponenzialmente, abbiamo iniziato qualche anno fa facendo dei party nei loft di Milano ed ora ci ritroviamo a stampare artisti di grande spessore. Abbiamo diverse residenze in giro per l’Europa, Copenhagen su tutte, e anche il nostro primo showcase a Barcellona è stato una bomba.
Abbiamo iniziato in una chiesa sconsacrata, ed è subito stato un delirio perché stavamo proponendo con anticipo una serie di nomi che al tempo stavano per irrompere nella scena: basta pensare che i nostri resident sono stati i Tale Of Us, alle loro primissime gig e i guest sono stati Ryan Crosson, Seth Troxler, Lee Foss, Damian Lazarus e molti altri. C’è un video di una chiusura con Lee Curtiss in un loft in zona Tortona che è davvero molto emblematico.

Oggi la label dopo 7 release è già una realtà a livello europeo: la visione è quella di crescere, pianificando sempre senza troppi stress, stampando musica di qualità. Le prossime release sono di Christina Löffler con remix di Nuno Dos Santos & Lake People e Pisetzky & Primal con due tracce davvero molto valide. Il resto vien da sé: portare il nostro sound, rappresentativo anche della nostra città, in giro per l’Europa e per il mondo è davvero una grande soddisfazione.

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Ci dici il più bell’album che hai comprato? E il tuo pezzo del momento?
Se parliamo di musica elettronica sicuramente ƒIN – John Talabot del 2012 è uno degli album che ascolto sempre con grande entusiasmo. Mount Kimbie, Amygdala di Koze, i vecchi The Whitest Boys Alive ed Atoms For Peace rimangono tra i miei preferiti.
Al momento direi Efdemin – Parallaxis (Traumprinz’s Over 2 The End Version)

Ultimamente ti abbiamo visto anche in veste di dj, non stai esagerando?
Ah no, quello lo faccio davvero solo per puro divertimento oppure in occasioni particolari.

La musica la compri on line, ma in generale dove vai a fare shopping?
Molto on line (the corner.com, Yoox) come negozio di riferimento direi sicuramente Antonioli Shop.

Oltre alla musica hai altre passioni?
Sport in primis, sono anche molto attento all’alimentazione, non mangio glutine. Poi cinema e fotografia.
Purtroppo mi sono rotto il crociato anteriore del ginocchio qualche mese fa prima facevo soprattuto crossfit e giocavo spesso a calcio. Ora vado in piscina e corro sul Naviglio Grande da San Cristoforo in giù.

Il tuo film preferito? E il tuo libro?
Sarò banale ma dico Pulp Fiction: Tarantino è un genio, adoro tutti i suoi film. Come attori mi piacciono Ryan Gosling, Matthew McConaughey ed il leggendario Leo Di Caprio. Libro L’alchimista di Coelho.

Ci sono dei luoghi che ti interessano particolarmente?
Spazi come Triennale e Hangar Bicocca ospitano spesso mostre interessanti. La nuovissima Fondazione Prada è davvero incredibile, l’architettura è pazzesca così come il Bar Luce disegnato da Wes Anderson.

Oltre al tuo, quali altri locali/club di Milano frequenti?
Quando ho tempo vado a trovare tutti! Tunnel e Dude in primis.

Qual é il club che preferisci a Milano e perché?
Anche se ci ho fatto pochissime cose, i miei ricordi più belli sono legati all’ex Codice a Barre ora nuovo Rocket, in particolare un party con Dj Koze.

Dopo il club: after, casa, baracchino, night…?
Solitamente casa.

Quando non lavori cosa fai?
Quando non lavoro sto con gli amici, drink, cinema, ristoranti… devo dire che ho ancora una vita sociale.

Il dj milanese che ti piace di più?
Devo obbligatoriamente citare Clay che è stato il mio resident storico da quasi 10 anni (ora si è spostato al Club Haus) e poi di Cristian Croce & Nicola aka The Barking Dogs, due che ne sanno un bel po‘. Tra i „newcomers“ senza dubbio Pisetzky (partner di Just This insieme agli Hunter/Game).

Qual è il party più fico a cui hai partecipato?
Tra quelli che ho prodotto di sicuro Social Music City a Milano 1 maggio e a Barcellona domenica 21 giugno. Tra i party a cui sono stato un day time con Sven in uno yoga center a Ibiza ed il party nella giungla fuori Tulum che fanno gli Audiofly: impressionante!

Se avessi un budget illimitato che party organizzeresti?
Location una piccola isola in mezzo al mare (mi viene in mente l’Isola Gallinara in Liguria) con un sound system incredibile, line up da sogno ed un catering food e beverage di assoluto livello per 500/600 persone non di più.

Se non fossi un promoter cosa ti piacerebbe fare nella vita?
Non ci ho mai pensato ma forse mi piacerebbe lavorare nel calcio come dirigente o procuratore.

Ti sei mai trovato in situazioni promisque?
Sì, ma ne sono uscito bene.

Ti hanno mai stalkerizzato?
No.

Qual è la cosa più matta che hai fatto nella tua vita?
Credo di doverla ancora fare!

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Chi è il tuo eroe?
Sven Väth!