A Zero lo conosciamo bene e anche lui conosce come lavoriamo e come ci piace far festa, soprattutto. Potremmo dire che entrambi ci siamo visti crescere e cambiare (a lui è cresciuta la barba e a noi sono caduti i capelli). Con lui abbiamo gridato e sudato al Gasoline e ai party Neon Disco, abbiamo aspettato in coda ai suoi party in secret location, ci siamo persi nel fumo e ora siamo in prima linea al Plastic appena c’è il guest internazionale che ci piace, e che solo il gusto di Tyler riesce a intercettare. Per un periodo, dopo la laurea in Lettere e Storia contemporanea, ha fatto l’insegnante, personaggio misterioso e di poche parole, in questa intervista, in occasione della sua maratona di 5 ore a NUL, nel week end che celebra i 35 anni del Plastic, ci racconta come ha iniziato a fare il dj, le sue ispirazioni e che oggi preferisce il mattino alla notte.
Chi sei? Cosa fai? Perché sei qui? Quando sei nato?Sono un dj e organizzo eventi.
È divertente organizzare serate e fare il dj? Cosa preferisci fare tra le due cose?
Certo che è divertente. Mi piace fare entrambe.
Come funziona il tuo lavoro?
Butto le mani su un tamburo, faccio ballare attorno al fuoco, qualche volta racconto la storia del bisonte bianco.
Ci racconti la tua giornata?
Mi sveglio molto presto. Mi piacciono i colori e gli odori del mattino e come il mio corpo e la mia mente reagiscono agli stimoli in quel momento della giornata.
Da quest’anno hai tutto un club per te, il Plastic, di cui curi la programmazione di tutte e tre le sale del venerdì. Meglio un continuativo o le one night?
Il continuativo. È più profondo.
Ci racconti come sei approdato al Plastic?
L’avvicinamento è durato un anno. Il successo dei primi party insieme, ma anche idee divergenti. Ci siamo scontrati e ci siamo amati. Ora ci intendiamo con uno sguardo.
Quando mi sono trasferito da Cremona a Milano il web era in una fase primitiva, voi di Zero non avevate nemmeno un sito. I flyer delle mie prime feste erano su piccoli rettangoli di cartoncino per filtri. Il Gasoline è stato formativo, non facevamo guest, si apriva presto e si chiudeva tardi. I riferimenti erano New York e Londra. Non Berlino che all’epoca era dominata dalla minimal. A Berlino salivo perché volevo capire gli esperimenti di convivenza e di gestione degli spazi in disuso: passavo le notti al Tacheles, non agli showcase della Minus.
Sappiamo che hai insegnato storia alle scuole superiori e che sei laureato in lettere e storia contemporanea, quanto ti ha aiutato o influisce questo nella tua professione?
Influisce su un piano esistenziale, marginalmente su quello professionale.
Sei originario di Cremona come vedevi Milano dalla provincia e che opportunità hai trovato e ti ha dato Milano?
Milano è una metropoli ed è l’unica in italia. Io non l’ho mai amata, ma è la città dove le cose succedono e succedono prima che altrove. È la città con cui devi relazionarti se vuoi fare parte del cambiamento.
Dove vivi? Con chi vivi?
Tra Firenze e Milano, ma è Firenze la mia casa. Vivo con Alessandro, Nola dall’Argentina, Noemi e Solò del Burkina Faso.
Che locali frequentavi le prime volte che venivi a Milano?
Le serate di CCKZ e il Gasoline, qualche volta Pergola, i martedì del vecchio Rocket, Privat, Magazzini Generali.
Hai un ufficio? C’è un locale di Milano dove ti ritrovi per riunioni o appuntamenti di lavoro?
Non ho mai avuto un ufficio, per le riunioni approfitto di un luogo in centro a Milano, silenzioso e poco frequentato. Perché non perda queste qualità ti sussurro il nome all’orecchio, tu non scriverlo…
La zona della prima casa in cui ho abitato a Milano, in via Tortona. Studiavo e la sera lavoravo in un piccolo ristorante che esiste ancora, Il Giardinetto al 19. A cena, quando non erano per mare, avevamo il team di Luna Rossa, le loro generose mance hanno finanziato il mio primo mixer.
Gli affitti erano bassi, al tempo si stava bene in Tortona, passavo il ponte verde e c’era il King Kong.
Dove vai a bere? Qual è il tuo cocktail bar preferito? E il tuo drink?
Quello silenzioso e poco frequentato di due domande fa.
E invece qual è il tuo ristorante preferito? E il tuo piatto?
Nessun ristorante batterà mai la cucina di Laura.
Chi è Laura?
La ragazza di Jacopo, fondatore di Dodici Cicli, amico e per tanti anni collaboratore dei miei party.
Quali sono i luoghi dove vai a promuovere le tue serate?
Trovo che mostrarsi alle serate altrui al fine di promuovere la propria sia un degli aspetti patetici del promoter medio milanese. Al bitching around preferisco la qualità.
Hai dei pr o, con la tua comunicazione – sempre tra l’accattivate e il misterioso – sfrutti solo i social?
C’è sempre stata una piccola produzione di flyer e poster legata alle mie serate, ma ha più il valore del ricordo e della ricerca estetica piuttosto che quello promozionale.
Sei appassionato di musica e ti dedichi anche alle produzioni, hai un particolare processo creativo per i tuoi diversi progetti musicali?
Ogni progetto ha un processo creativo e un nome differente. Il prossimo è “I Due Stregoni dell’Isola d’Elba”. Abbiamo immaginato un rituale etrusco con innesti elettronici. Ci sono le mie field e le drums di Alessandro. Uscirà qualcosa a inizio anno nuovo.
C’è un negozio dove ti rifornisci di musica?
Disco Mastelloni. Il signore con i capelli bianchi che trovi dietro il bancone è uno dei primi dj italiani. Oggi non ne vuole sapere di suonare in un club, ma prima o poi lo convincerò a fare ancora un dj set, gli ho strappato la promessa che se dovesse decidere di farne ancora uno lo farà ad un mio party.
Cosa compri?
Rarities italiane, cose che non troverei altrove. Per le uscite recenti vado su Juno o Hard Wax.
Consigliaci qualcosa da ascoltare?
Cosa significa カオス?
Chaos
Il tuo film preferito?
„Matrix“, il primo episodio.
E invece che libro ci consigli?
Il „Dottor Semmelweis“ di Louis Ferdinand Céline.
Ci sono dei luoghi a Milano che alimentano le tue passioni?
Hangar Bicocca mi stimola nonostante non sia immune da alcune tare dell’Arte Contemporanea.
Qual è il club che preferisci a Milano e perché? E quello invece che non ti piace per niente e perché?
Il club perfetto a livello architettonico è in via Crocefisso 18. Anzi “era”, non credo riaprirà mai.
Dopo il club: after, casa, baracchino, night…?
Ogni domenica mattina c’è un mercatino storico che amo. È sotto i portici vicino Piazza Affari. Credo di essere l’unico under 70 a frequentarlo. I vecchietti che mi raccontano storie del secolo scorso mentre mostrano orgogliosi un qualche cimelio sono la miglior compagnia che io possa desiderare.
Il/la dj a Milano che ti piace di più?
Oggi ci sono diversi dj bravi a Milano, il set che recentemente mi ha colpito di più è quello di Rosa Calix.
Se avessi un budget illimitato che party organizzeresti?
Riproporrei la “sinfonia per fischi industriali” che venne organizzata nel porto di Baku nel 1922 da Avraamov: „L’Internazionale“ e „La Marsigliese“ eseguite da un’orchestra di sirene di fabbrica, pezzi d’artiglieria, mitragliatrici, clacson di autobus e di automobili, locomotive da manovra e dalle sirene da nebbia della flotta del Mar Caspio.
Se non fossi un promoter cosa ti piacerebbe fare nella vita?
Potrei cavarmela bene come massaggiatore.
Chi è il ragazzo o la ragazza più bella del tuo locale?
Doris Norton, quando suono la sua “Hypnotised by Norton” è come se fosse lì con noi.
Alle tue feste capitano situazioni promiscue? Ci racconti quella più divertente che hai visto?
Non sarà di certo Tyler a violare la prima regola del „Fight Club“
Ti hanno mai stalkerizzato?
È successo, ma siamo gentleman: non diremo né scriveremo nulla.
Chi è il tuo eroe?
Limonov.