Intercettiamo i due captatori di onde Vincenzo Vasi e Valeria Sturba, cantanti e polistrumentisti che dal 2012 incantano il pubblico con i loro theremin, le loro „cianfrusaglie elettroacustiche“ e la loro irresistibile maestria. Il loro duo OoopopoiooO è un grande esperimento di improvvisazione musicale in perenne corto-circuito tra passato e futuribile prossimo, fresco di pubblicazione del nuovo disco „Elettromagnetismo e Libertà“: gli abbiamo chiesto la traiettoria attuale della loro astronave musicale, dei loro progetti individuali, il loro rapporto con la scrittura e con la costruzione dei loro live, una seduta spiritica sonora perennemente attraversata da mondi e possessioni. Unica occasione di vederli in zona il 17 aprile al Centro Culturale Candiani.
A Zero Venezia siamo vostri fan! Ci raccontate qualcosa sul vostro rapporto con l’isola? Quali storie del passato vi legano a questo luogo e che rapporto avete adesso con la città?
Evviva! Siamo felici di aver portato un po’ di OoopopoiooO anche a Venezia. Abbiamo un bellissimo rapporto con questo posto meraviglioso e anche tanti bei ricordi: dal nostro ultimo concerto a Palazzo Grassi per SetUp alla presentazione del nostro primo disco al (fu) Spazio Aereo di Marghera, nel 2015, che per l’occasione aveva anche ospitato la mostra dell’artista ravennate Luigi Minguzzi, autore della copertina del disco. Era suggestivo passeggiare davanti a tanti multiversi e dimensioni parallele e sentirsi comunque a casa, in un luogo così accogliente. Tra l’altro quel posto lo avevamo anche inaugurato nel settembre 2013, suonando con Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro, ed anche quella la ricordiamo come una serata memorabile. Prossimamente invece saremo al Teatro Candiani di Mestre per una tappa di presentazione del nostro nuovo disco, il 17 aprile!
Finalmente un nuovo disco, in arrivo il 22 marzo, raccontateci qualcosa sulla direzione che avete esplorato…
“Elettromagnetismo e Libertà” è pieno di storielle opopoie, di suggestioni, visioni, suoni alieni, lingue sconosciute e parole ingarbugliate. Ogni brano racchiude un piccolo mondo che ognuno è libero di interpretare a suo piacimento.
Che tipo di formazione musicale avete attraversato? Sicuramente avete studiato tanto, ma quanto ci è voluto per dimenticare tutto e ritornare alla libertà compositiva ed esecutiva che vi contraddistingue?
Valeria: Già da piccolissima giocavo a premere tasti. Mia madre è un’insegnante di pianoforte e ogni sera mi insegnava il solfeggio con un topino di peluche; era il mio passatempo preferito! A 18 anni mi sono diplomata in violino al conservatorio. Purtroppo non ho un bel ricordo di quell’ambiente, chiuso e competitivo. Per cui non è stato troppo difficile buttarmi tutto alle spalle. Sono arrivata a Bologna, ho conosciuto tanti musicisti fantastici, tra cui Vincenzo, ed ho scoperto mondi che mi erano stati tenuti nascosti e finalmente ho iniziato a sperimentare, a creare, e soprattutto a divertirmi con la musica.
Vincenzo: Suono e canto sin da bambino, completamente autodidatta, sono un pessimo lettore e non conosco la teoria musicale, ma nel corso degli anni ho sempre cercato di mantenere l’istinto musicale affidatomi dalla nascita, anzi di svilupparlo! E così ho fatto, applicando lo stesso metodo a tutti gli strumenti utilizzati, dalla voce al basso, vibrafono e percussioni, theremin e giocattoli pur mantenendo il carattere dello strumento. In definitiva non ho mai abbandonato la mia libertà compositiva.
Per chi non vi conosce, potete raccontare com’è nato il vostro incontro, il progetto OoopopoiooO ed il caleidoscopico mondo musicale che abitate?
Ci siamo incontrati sette anni fa grazie al theremin e al nostro primo incontro si è aperto il varco OoopopoiooO. Ci siamo entrati dentro e non ne siamo più usciti…
La vostra musica è indissolubilmente legata ad una fisicità che trova la sua migliore rappresentazione nei vostri live, un incontro tra voci, bassi, archi e ovviamente i vostri theremin. Qual è la genesi dei vostri brani? Come cercate un’idea, o come vi arriva, e come la raffinate?
Quasi sempre le idee iniziali arrivano nei momenti in cui le nostre teste sono libere da pensieri e sovrastrutture, ovvero nei momenti di cazzeggio. Canticchiando, improvvisando, nascono dei piccoli tormentoni. Poi ci divertiamo a dargli una forma.
Come affrontate il processo di trasposizione in live di una musica come la vostra e come procedete in fase di scrittura, quando il vostro linguaggio è così ricco di fisicità in termini di gestualità e mimica?
In fase di scrittura non ci preoccupiamo del live e se un brano sarà realizzabile o meno. In realtà quando abbiamo registrato il disco non credevamo di riuscire a suonare alcuni brani che invece si sono rivelati più semplici del previsto. Anche se semplice nel nostro caso significa comunque usare quattro loop station, effetti, giocattoli e tastierine varie, violino, basso, theremin e voci…
Questo ci rende inevitabilmente molto dinamici, quindi il live diventa anche un spettacolo visivo dai risvolti imprevedibili.
Il vostro live è una potente macchina del tempo: da Ravel alla taranta, agli Inti Illimani, ad Aphex twin, fino alle vostre composizioni con la loro grammatica scardinante ed imprevedibile, i vostri set sono una confluenza inverosimile di tradizioni, accomunate solo dalla vostra immaginazione e capacità interpretativa. Che significato ha la parola „coerenza“ in musica per voi?
Nel live passato c’erano Ravel e Aphex Twin, nel nuovo Duke Ellington e Tristan Honsiger. Invece gli Inti Illimani sono una costante. A tal proposito, abbiamo avuto il grandissimo onore di ospitare nel disco Horacio Duran, charanguista degli Inti Illimani Historico, nella nostra versione de “La Partida” di Victor Jara. Un brano che Horacio avrà suonato migliaia di volte su centinaia di palchi. Ed è stato emozionante sentirlo dialogare con i nostri theremin. Tornando alla domanda, non amiamo paletti ed etichette e ci piace mescolare cose apparentemente inconciliabili, per cui si potrebbe dire che siamo incoerenti. Ma in realtà in quello che facciamo c’è molta coerenza e molta sincerità, con la nostra musica esprimiamo semplicemente noi stessi.
Cosa state ascoltando in questo periodo?
Ci sono brani e autori che non smettiamo mai di ascoltare, come The Residents e Inti Illimani. Ultimamente Lucio Dalla, Penguin Cafè Orchestra, Yellow…. In più tutta la musica trasversale, colonne sonore e tutto ciò che ci arriva di riflesso dagli amici oltre che dal mondo circostante.
Quali sono i progetti che vi vedono impegnati in questo momento nella vostra densissima attività individuale? Quali sono le collaborazioni passate di cui andate più fieri (anche in duo)?
Valeria: Entrambi siamo impegnati con i nostri progetti solisti oltre ad una miriade di progetti paralleli e collaborazioni. Ultimamente, tra le altre cose, mi sto dedicando alla sonorizzazione di cortometraggi muti di Melies e ad un quartetto d’archi elettroacustico, i Molossos. A proposito, io sola soletta sarò a Venezia al Salotto Improvvisato di Enrico Bettinello e Veniero Rizzardi all’Hotel Londra, il 18 aprile. Sarà una chiacchierata intervallata da qualche momento musicale, nel luogo che ispirò Tchaikovsky per la composizione dei primi tre movimenti della Sinfonia n.4.
Vincenzo: questo che si prospetta è un anno ricco di progetti, a incominciare dal debutto del quintetto Vasi Comuni Canti, con un repertorio di mie canzoni originali, che prenderà forma nel prossimo inverno, poi No Dance, insieme al performer Luigi Lullo Mosso, I Musicanti di Braina, insieme a Valeria e Dimitri Sillato, Perfavore Sing insieme a Giorgio Pacorig con cui registrerò presto il secondo album della saga.Poi le mille collaborazioni, da Capossela a Mauro Ottolini in Sea Shell, ospite con Orange Combutta e sempre ospite del gruppo trash metal americano The Trigger.
Di collaborazioni di cui siamo fieri ce ne sono tante: è stato stimolante lavorare con Ermanno Cavazzoni e Stefano Benni, divertente il cameo vocale nel disco dei Calibro 35. Ricordiamo con affetto anche l’incontro con il bravissimo thereminista cileno Martin Benavides.
„Elettromagnetismo e Libertà“ è stato presentato giovedì 22 marzo a „Germi“ il nuovo piccolo grande centro culturale fondato a Milano (anche) da musicisti, come Manuel Agnelli e Rodrigo D’erasmo, supportati dalle menti più sottili e ricettive dell’artigianato musicale italiano. Che ruolo hanno avuto anni ed anni di concerti in una moltitudine di spazi indipendenti e comunità artistiche disseminate in ogni dove? Secondo uno sguardo da musicisti, con quali nuove sfide si devono confrontare in questo presente e a quali necessità artistiche devono rispondere?
In questi ultimi anni sono diminuiti o peggio azzerati i finanziamenti delle istituzioni in quasi tutti i settori dello spettacolo, è quindi diventato più difficile accedere nei grandi spazi o grandi festival, preoccupati per lo più a garantire l’affluenza di pubblico e non andare in rimessa. Nel contempo sono nati migliaia di microspazi, associazioni, festival, spesso autofinanziati, che perseguono la via della cultura a prezzi popolari. In questi luoghi, spesso avvengono le migliori performance e c’è un perché: la gente viene perchè ti vuole ascoltare, perché è curiosa di scoprire qualcosa di nuovo. Questo chi fa musica lo percepisce.
Quali sono i sogni nel cassetto di OoopopoiooO? C’è un progetto che coltivate da tempo e state aspettando il momento giusto per realizzare?
Stiamo iniziando a prendere appunti per un progetto multimediale sull’elettromagnetismo con il visual artist Saul Saguatti. Non sappiamo ancora quando si concretizzerà ma concettualmente ci stiamo già lavorando. Abbiamo anche in mente di formare un quintetto affiancandoci ad un trio di matrice jazz e riproporre standard riarrangiati per due theremin. Prima o poi ci piacerebbe formare un’ensemble con musicisti/performer e creare uno spettacolo teatrale con musiche di cartoni animati come Nightmare Before Christmas o Dumbo.
MARZO
22 Germi – Milano
30 CS Bocciodromo – Vicenza
APRILE
7 Reasonanz – Loreto
11 Trenta Formiche – Roma
12 FAT – Art Club, Terni
13 Zut – Foligno
17 Teatro Candiani – Mestre
MAGGIO
7 Teatro dell’ABC – Bologna
9 Riot Studio -Napoli
10 Godot – Avellino
11 Circolo H – Latina
17 Astro Club – Pordenone
23 Ink Club – Bergamo
GIUGNO
30 Area Sismica – Forlì
LUGLIO
7 Brain Zone Music Festival – Brenzone (VR)
13 MarmArt – Arzo (CH)