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Sovltrippin

Una ragazza club e chiesa: Eleonora AKA Sovltrippin, è uno dei volti più noti della nightlife milanese degli ultimi anni

quartiere Centrale

Geschrieben von Federica Amoruso il 21 Februar 2022

Foto di Luca Grottoli

Dj e Producer hardcore-romantic Milan based, dalla jersey club alla drill passando per la world music, Eleonora si rivela un’artista dall’animo sensibile con la voglia di far ballare, giocando con lo spazio grigio tra la commerciale e l’underground più esclusiva.

«Sono sempre stata più un animale da palcoscenico che una nerd da cameretta.»

Conservo un ricordo sbiadito ma potente di un’Eleonora, vestita di bianco, ad una delle serate che costellavano il ritmo del calendario underground della Milano subacquea di qualche anno fa. Il martedì era sinonimo di cosce doloranti e di epopee urbane per tornare a casa, perché il martedì c’era We Riddim, il party dancehall underground dai ritmi tribali. Ricordo ancora le nocche sbucciate della mia amica del cuore per aver ballato attaccata alla grata della consolle tutta notte e visioni acquerellate alla fermata della 57. Da quella cassa alla sua nuova casa, si snoda il parallelo artistico di Eleonora, Sovltrippin.

La solita domanda di rito: chi sei, cosa fai?

Mi chiamo Eleonora, sono nata a Chioggia in provincia di Venezia e mi sono trasferita a Milano nove anni fa per studiare Lettere in Statale. Attualmente vivo in zona centrale, famosa per molte cose, tra cui via Gluck, il Tunnel e il Rock n Roll. Dopo anni e anni di affitto, ho comprato casa qui un anno fa, quindi presumo mi fermerò un po’ di tempo…

Sono una dj, avendo studiato lettere ho pensato bene di accantonare la laurea e darmi al mixing. Sono sempre stata una clubber, è un attimo passare dall’altro lato della consolle. Ora sono in ferie forzate purtroppo e non ti nego che sto seriamente riflettendo sul mio futuro.

Quando hai a disposizione multiple risorse, passioni e competenze, ti chiedi spesso se hai scelto la strada giusta. A questo proposito, ho dato il via ad un nuovo progetto di interior design e window display assieme ad una designer d’interni di origine ucraina (nonché mia migliore amica). Si tratta di un piccolo studio appena nato di setup per arte, fashion e retail, master che ho fatto in Naba un anno fa. Dato questo tempo libero forzato ho iniziato questo progetto, e si chiama @dam___studio.

Al momento, collabori con un’etichetta?

Sì, sono sotto alla Thaurus, una etichetta importante che tra i suoi artisti annovera soprattutto rapper (Sfera, Rkomi). Ne sono entrata a far parte quando da poco hanno aperto il roster per i dj… fatalità, appena prima del covid. Quindi purtroppo abbiamo fatto alcuni lavori ma stiamo ancora aspettando di partire “per bene”. Sperando in bene, presto aprirò i live e i concerti dei rapper da loro rappresentati, sono di base una dj hip-hop e trap commerciale.

Giochi con sonorità che spaziano dall’Hip-Hop alla world music valorizzando i tratti comuni tra ogni genere e stile e creando un ponte tra le tue origini e nuove sonorità. Come ottieni questa fusione di generi? Qual è il focus della tua ricerca musicale?

Mi sono da sempre dedicata soprattutto al mixaggio più che alla produzione, per indole personale: sono sempre stata più un animale da palcoscenico che una nerd da cameretta. Adoro il contatto col pubblico, l’atmosfera, l’aria densa della pista. A livello lavorativo mi concentro soprattutto sul mixing e sulla ricerca musicale. In passato ho prodotto assieme a Big Fish, Producer storico degli anni ’90, ed ero scritturata dalla sua etichetta prima di passare alla Thaurus. C’è stato un remix e un singolo andati molto bene su Soundcloud e quel mondo lo sento sempre mio ma al momento vorrei concentrarmi sulla performance vera e propria, sull’azione.

Artisticamente, io sto nel mezzo: è questo quello che mi distingue da tanti dj, ci sono quelli super commerciali e quelli underground, io amo fare una commistione delle due cose. Durante i live set mantengo un ritmo commerciale e ballabile ma ci infilo sempre qualche edit di qualche amico della scena europea, un dettaglio innovativo e inaspettato. La persona che si trova in pista può scoprire qualcosa di nuovo grazie a questa operazione. Sono stata resident di Akeem, la serata del Rocket, e dell’estivo al Magnolia, tutte performance che ricordo con affetto. Due mesi fa ho aperto ad un artista importante inglese della scena Drill, Dutchavelli che mi ha permesso di entrare in contatto con questa nuova scena che si sta sviluppando tanto, soprattutto nelle periferie: una trap emo, più cupa.

Vorrei parlare con te di Milano come idea, come concetto più che come luogo fisico. In quest’ottica, cos’è Milano per te? Che ruolo ha nel tuo percorso?

Ha un significato enorme. Vengo da una città, Venezia, che mi ha dato un primo impasto musicale rave e punk dei centri sociali, e arrivata a Milano ho scoperto una dimensione urban underground a me sconosciuta. Ho avuto un momento epifanico, anche di confusione: avere quella sensazione di non capire più a cosa appartenessi e quali fossero i miei gusti. Il primo periodo è stato difficile, poi ho trovato una mia dimensione e ho capito qual era il mio posto e la mia scena. Ed è rimasta la stessa per tutti gli anni successivi. Ultimamente ho punti di contatto anche con la scena commerciale per motivi lavorativi ed economici. Magari un giorno farò ritorno a Venezia, sono stata conquistata da Milano e sono rimasta qui, ed è l’unica città vivibile per rimanere attivi mentalmente in senso artistico.

I quartieri sono microcosmi all’interno dell’ambiente-città: hai trovato il tuo nido in zona Cen-trale?

Questo quartiere mi ha entusiasmata fin da subito. Nel momento in cui fai quel salto dagli anni di affitto alla ricerca di una casa da acquistare, ti rendi conto che i prezzi sono folli. Qui c’è un bel rapporto qualità-prezzo, e a pelle mi è piaciuta fin da subito. Prima mi sentivo costantemente in vacanza, una dimensione irreale, senza routine. Ora dopo un anno qui, mi sento sicura, a casa, è quella via di mezzo tra vivere il centro e realtà più viva, più accogliente e residenziale. E tanti amici e persone care vivono qui, ho già la mia rete di supporto. Sicuramente si tratta di un ottimo investimento a lungo termine dato che a causa delle dinamiche immobiliari in quanto la zona si sta rivalutando sempre di più, e continuerà a farlo in futuro.

Dove passi il tuo tempo in zona? Mi consigli un posto che senti tuo?

Io sono una malata di vintage, da tantissimi anni..arrivo sempre prima! Tappa fissa per me è “Il Mercatino” di Centrale che è uno degli store vintage più grandi ed è davvero bello, enorme, con una vastissima scelta di oggetti e abbigliamento. Nella stessa via c’è il mercato rionale e la mia gelateria siciliana del cuore, che si chiama Il Golfo di Mondello, una di quelle perle preziose di Milano.

Da dove viene il tuo nome, “sovltrippin”?

Bella domanda. Sono una persona che agisce d’istinto: mi sono ispirata al titolo di una canzone che stavo ascoltando in loop nel momento in cui ho aperto il mio primo profilo Instagram. Si tratta proprio di “Soultrippin” degli degli Swim Deep, una band electro pop che ascoltavo nove anni fa e che amavo. Nello stesso periodo ho aperto la mia pagina social ed è stata la prima cosa che ho pensato, di getto. Riflettendoci era un nome effettivamente funzionale a livello concettuale per descrivermi, un trip dell’anima. Ho una personalità romantica e sognatrice, sono del segno del cancro e mi sono sentita rappresentata da questa definizione.

Mi piace “un trip dell’anima”. Sei una persona dalla forte spiritualità

Sì e no. Sono cattolica e praticante, infatti frequento la parrocchia di Don Bosco Salesiani qui in zona Centrale. Fatalità, ho una connessione con Don Bosco, è una specie di leitmotiv della mia vita, torna sempre, come è stato anche qui. A differenza di questa wave recente di yoga, buddismo e pratiche disparate di mindfullness io sono rimasta old style e come una vecchietta vado in chiesa per meditare. Non sono d’accordo con tanti dogmi e idee della chiesa cattolica ma è il luogo dove ho il mio baricentro, dove mi ritrovo. Oltre alla spiritualità però ho anche una parte fortemente pratica e organizzativa, agisco, sono una persona a cui piace la concretezza. Tornando alla spiritualità calata nel mio ambiente, percepisco una inversione di rotta: Kanye West e i suoi sviluppi recenti, Justin Bieber che di recente dedica un intero album a Gesù, e la spiritualità cge in senso lato è una tematica diffusa tra i producer evangelici statunitensi.