Per una rassegna “no compromise” come Circuiterie, chiudere la stagione con una due giorni di peso come questa non è solo una soddisfazione enorme e un’impresa che ha dell’epico, ma pure un esempio per tutti a fare qualcosa di più. Anche in direzione opposta e contraria alle sedicenti forze di causa maggiore. Ostinato nel fondere “alto e basso, colto e extra-colto, accademico e Do It Yourself”, il manipolo di persone mezze folli e mezze serissime dietro Circuiterie arriva all’ultimo appuntamento della quarta stagione con un mini festival che esalta tanto il coraggio quanto l’ampio orizzonte artistico, orientato perlopiù all’avanguardia, che ha sempre connotato la rassegna con residenza al Cinema Palazzo. Per le orecchie attente, il parterre musicale parla da sé: da Sheffield, venerdì 4 Adi Newton – fondatore dei Clock DVA e (pertanto) pioniere della musica britannica tra industrial e new wave – presenterà The Anti-Group Communications, progetto di ricerca multimediale tra suono, video ed elementi testuali, con particolare attenzione alle implicazioni filosofiche della tecnologia nella produzione musicale; sabato 5 sarà ospite l’altra faccia della new wave più sperimentale, quella californiana, con Blaine L. Reininger, fondatore dei Tuxedomoon e ancora attivissimo con la sua carriera da solista; a fare gli onori di casa, il romano acquisito Alvin Curran, poliedrico e irriverente innovatore della musica contemporanea (venerdì 4), e un pilastro dell’avant jazz italico, i Roots Magic (sabato 5). La visione e le numerose connessioni di Circuitazioni non potevano far mancare la letteratura (con la presentazione del libro di John Higgs “Complotto”, a cura di Valerio Mattioli) e le installazioni, “performance e azioni sonore” (realizzate da Marcello Liberato, Luana Lunetta e Alex Mendizaba). Davvero niente male per una piccola rassegna “laterale” e fuori da certi circuiti.
Written by Chiara Colli