Di John Wiese – oltre alla letteralmente sterminata discografia di cui possiedo meno di un decimo, credo – conservo un altro paio di ricordi. A Nord di Treviso, in un posto freddissimo, fece un concerto per solo computer, rimanendo con sciarpa e guanti, mandando delle cose mattissime autogenerative che fecero impazzire il pubblico. Al Leoncavallo, di spalla ai Matmos, fece il soundcheck più veloce della storia: schiacciò play, usci un rombo terribile, dopo dieci secondi fece OK al fonico e chiuse tutto. John Wiese è un uomo che conosce il rumore nella sua intimità e sa gestirne in maniera spettacolare tutti i suoi aspetti sia su disco che live.
Written by Onga Boring Machines