Reduce da una no-stop di dodici ore divenuta immediatamente leggenda all’ultimo Dekmantel Selectors, una figura minuta, sorridente e instancabile indossa la corona del regno della notte: Hunee. Origini sudcoreane e natali teutonici, della matematica durezza tedesca non ha traccia nel DNA. Stakanovista della consolle, è uno degli artisti più presenti sulla scena e apprezzati per cultura, eclettismo nella ricerca e salutare presa bene. Inconfondibile nel lasciarsi travolgere dagli stessi tropicalismi e disco classics che ama visceralmente e seleziona per un clubbing che di lui non può fare a meno. Punta di diamante di casa Rush Hour dal 2010, affianca Antal in iconici B2B che, come una mela al giorno, cancellerebbero qualsiasi malanno, grazie a esplosioni radiose di calypso, house e afrobeat. Muove i primi passi in un record store jazz di Kreuzberg, si affeziona a sonorità funk e boogie che alterna a flirt con sotterranei techno cuts. Da Berlino migra verso Amsterdam, dove inizia a collaborare con la creatività onirica di San Proper (nel cui studio compone il suo primo album). I viaggi intorno al mondo accompagnano l’evoluzione del suo stile, personalissimo e contaminato dall’emozione di continue scoperte. Antropologo del sound, studia i ritmi del pubblico come una tribù. “Hunchin all night”, l’ultima compilation rilasciata nel 2018, è un titolo che ben descrive le ore passate in sua compagnia. Hunee coi dischi ci fa l’amore, e l’amore è il motore dei suoi set.
Written by Laura Caprino