In principio furono le balere. Poi arrivarono Capannina, Baia degli Angeli, Duplè e compagnia ballante e l’Italia, come un novello Prometeo, scoprì il fuoco e lo diede in dono agli uomini. Da vero è proprio dinosauro quale sono non potevo lasciarmi scappare Reverso, un festival di archeologia musicale che mira a sintetizzare quelle esperienze pioneristiche in un’unica, intensa giornata.

Giunto alla sua quinta edizione, l’happening che piace a chi si controlla i trigliceridi ogni 6 mesi e segna sul calendario le date in cui fare lo sforzo di uscire di casa, altro non è che una lezione di storia applicata al mondo del clubbing. I professori, tra i tanti, risponderanno ai nomi di Fred Ventura, Daniele Baldelli, Fabio De Luca, Marvin and Guy, gente che la leggenda l’ha compiuta direttamente sul campo di battaglia e non studiata su un Bignami fotocopiato alla biblioteca comunale.

Attenzione però, Reverso non è un festival-cantiere per anziani nostalgici che giocano a briscola rimpiangendo l’età dell’oro, bensì un’occasione per tutti gli amanti della buona musica o presunti tali di viaggiare fino alle radici della propria passione a bordo di una Delorean animata da un pugno di dischi. Un imperdibile appuntamento disco-italo-house-balearic e chi più ne ha più ne metta, con al centro i sogni e l’edonismo figli di una festa che sembra(va) non dover finire mai.