Se “Silenzio” tra qualche anno sarà annoverato tra le pietre miliari del rap nostrano, probabilmente è l’ultimo “Musica per bambini” il vero disco della consacrazione di Rancore, nonché la sua opera più trasversale, riconosciuta dalla critica e da milioni di streaming. A imporre definitivamente il rapper romano agli occhi del pubblico generalista ci ha pensato la recentissima esperienza al Festival di Sanremo, al fianco di Daniele Silvestri in gara con il brano “Argentovivo”, che ha ricevuto diversi riconoscimenti dalle giurie: Premio della critica “Mia Martini”, Premio della Sala Stampa Lucio Dalla e Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo.
Per chi bazzica la scena rap nazionale, invece, il nome di Rancore è già da anni una solida realtà, citando Roberto Carlino. Formatosi a suon di freestyle quando era poco più di un bambino, padre croato, madre egiziana, romano del Tufello, quartiere da lui celebrato in quella che a tutti gli effetti è stata la sua prima hit, Tarek Iurcich è riuscito a creare una poetica tutta sua e a tessere rime sempre più cervellotiche, ermetiche e complesse, senza mai dover ricorrere a mezzucci o a frasi fatte.
Se la crescita è il tema portante delle sue opere, analizzata in tutte le sfaccettature di non-comunicazione e disagio che un processo del genere può comportare, oggi possiamo ritenere Rancore un artista davvero maturo per quanto sempre in divenire. Per averne la riprova basta vedere la ricchezza contenutistica dei suoi live, e anche quello all’Atlantico non farà certamente eccezione.
Written by Livio Ghilardi