Vi si dicesse che il glitch può essere attualissimo nel 2018, come minimo ci scappa una risata. Aldilà dei grandi vecchi – i vari Ikeda, Byetone, Alva Noto e compagnia (ex) Raster-Noton – all’orizzonte negli ultimi anni non s’è visto un granché. Vuoi che quell’ondata ha fisiologicamente esaudito la sua portata, vuoi che quei suoni sono pure passati un po’ di moda – e suonano pure abbastanza datati, a risentire certi album di quel filone – vuoi che il meccanismo di reiterazione di quelle modalità di composizione hanno finito pure col far sbadigliare chi ci vedeva l’avanguardia, senza accorgersi che magari era solo mediocrità.
Dalla cenere però, a volte, qualcosa nasce – o risorge, a seconda dei punti di vista – e l’opera di Gábor Lázár è abbastanza emblematica di come il glitch possa avere nuova linfa. Buttate l’orecchio all’album con Mark Fell e a “Crisis Of Representation”, uscito su Shelter Press l’anno scorso: vi troverete immersi in un 1999 tirato a lucido, con suoni spezzati dal futuro. A ribadire la caratura dell’ungherese, l’ultimo “Unfold” per Death Of Rave, dove nel giocattolino ci infila pure footwork, Uk bass e idm. Il tutto, dal vivo, con contorno di led e luci fluo tra il violetto e il verde acqua. Habemus papam.
Written by Kyösti Vainio