Greg Fox è uno di quegli artisti che ti ribaltano sempre le aspettative. L’ho adorato come furioso batterista dei forsennati Zs, con l’ipnosi aliena dei Guardian Alien e ammetto che guardare i suoi show di solo batteria mi tiene incollato al tubo peggio di Tullio De Piscopo quand’ero piccolo.
Quando ho sentito parlare di un suo album da solista su RVNG Intl., “The Gradual Progression”, mai mi sarei aspettato un disco gommoso che incorpora il funk-jazz, inconsueti scarti (poli)ritmici e un uso creativo della batteria che sembrano uscire da un blaxploitation di fine 70, girato da viaggiatori del tempo che arrivano dal futuro.
Stasera ribalterà ancora le aspettative con un live per sintetizzatori modulari, seguendo pattern forse meno selvaggi degli altri progetti a cui ha prestato il suo senso del ritmo (e quindi anche Liturgy, Ex Eye e Fox Millions Duo), ma il viaggione è assicurato da una cura degli incastri sonori fuori dal comune.
Written by Onga Boring Machines