Il funk, il folk, il rock’n’roll: americani fin dal midollo. Amatissimi dal pubblico d’oltreoceano, seguiti in Italia da una fan base prevalente di riccardoni i Dave Matthews Band partono da Padova per le loro tre date in Italia. C’è chi ama questa band per la purezza del suono, per la bravura dei suoi componenti (su tutti il batterista Carter Beauford), per il carisma del leader Dave Matthews. Su di lui, nato a Johannersburg, ci sono parecchie cose da dire. L’album “Under the Table and Dreaming” del 1994, ad esempio, è dedicato alla sorella, uccisa dal marito proprio in quell’anno (in Sudafrica) in un drammatico caso di omicidio suicidio. La band si è formata a Charlottesville grazie ai contatti che lo stesso Dave riuscì ad instaurare lavorando come bar tender in un locale. Gli piace bere ed è anche un produttore di vino. È un sostenitore dei democratici e di Trump ha detto così: “È un pappagallino che guardandosi allo specchio vede un leone”. Nelle sue canzoni torna spesso il tema della morte, a partire da Gravedigger (contenuta nel suo primo disco solista del 2003) che gli è anche valsa uno dei tanti Grammy in carlinga. Tra i collaboratori storici della band c’è anche l’ottimo chitarrista Tim Reynolds. Se durante il concerto non sempre riuscite a ballare o vi sentite strani è perché ogni tanto infilano qualche tempo dispari. L’attuale tour è dedicato in particolare all’ultimo album “Come Tomorrow”. Quando alla fine degli anni zero, la gente ha iniziato ad ascoltare folk e farsi crescere la barba, i DMB suonavano la loro contemporary fiddle music da quasi vent’anni. Ancora oggi, dal vivo, con sezione fiati annessa, spaccano davvero.