Con quello che gli è successo negli ultimi quattro anni, i tempi in cui pestava i tamburi con i Criminal Jokers e cantava in inglese sembrano ormai lontanissimi. L’esordio da solista con “La fine dei vent’anni”, prodotto dal mai abbastanza lodato Riccardo Sinigallia, a indirizzare nel migliore dei modi la carriera cantautoriale da solista – vittoria del premio Tenco inclusa. E poi un altro album, “Vivere o morire”, la spiazzante collaborazione con il trio Les Filles de Illighadad, il festival di Sanremo, un’altra candidatura al premio Tenco per il 2019.
Un successo che è frutto di un percorso sudato che arriva da lontano, rodato tra le altre cose dall’attività da turnista per molti musicisti – da Nada a Truppi. Cosa ne sarà in futuro è tutto da scoprire, intanto Motta si accinge a chiudere un tour lungo 3 anni accompagnato da una band (con alla batteria Cesare Petulicchio dei Bud Spencer Blues Explosion) e dalla sua solita carica istronica. Se non vi ha convinto su disco, live ne resterete sorpresi. Positivamente.
Written by Livio Ghilardi