Luca è piemontese e con i suoi compagni coltiva vigne antichissime in Val Susa. Molti parlano di viticoltura eroica, a causa della conformazione del territorio, ma in questo caso l’aggettivo più azzeccato è resistente. I suoi vini nascono nel luogo politicamente più caldo d’Italia, appena oltre il posto di blocco piazzato da anni in quel punto strategico: il Varco 1, quello della centrale, del ponte sulla Dora Riparia, quello che impedisce il passaggio verso il cantiere del Tav. Rischia il suo raccolto ogni anno, a causa di ufficiali zelanti e camionette militari che qui presidiano quello che è il più grande punto di azione NO TAV.
Poi c’è Daniele, il suo accento lo tradisce. Romagnolo nel nervo e nello spirito, gestisce un forno in provincia di Rimini. Il vino è il suo secondo ingrediente, dopo la farina, anche se a conoscerlo verrebbe da dire che i suoi biscotti sono fatti di un qualcosa che difficilmente trovi in giro: amore, tradizione e sensualità. Sì, perché come dice Daniele non c’è niente di più erotico della gastronomia. Fornaio resistente, se ne infischia di etichette bio e dintorni e impasta ancora con una piccola planetaria tagliando poi a mano, uno ad uno, i prodotti che escono dal forno.
Questi sono solo due dei tanti personaggi e storie che si incontrano a La Terra Trema, fiera feroce e resistente del vino. Quello del contadino, sporco di terra, dalle mani grosse e bestemmia facile, che se gli chiedi cosa si intenda per vino naturale non ti dà retta e ti offre un bicchiere. Qui si celebra il racconto corale di uomini e donne lontani dalle logiche del sistema e dai perbenismi. Tre giorni di festa e non solo. Per fermarsi a riflettere su qualcosa di più grande: politiche agricole, capitalizzazione, multinazionali e imprese. Il sogno di Veronelli continua grazie ai giovani (e meno giovani) del Folletto 25603 di Abbiategrasso e del Leoncavallo, i quali credono che il vino debba tornare alla terra perché alla terra appartiene.
Orari: venerdì e sabato degustazioni libere dalle 15 alle 22, domenica dalle 13 alle 20.
Written by Martina Di Iorio