Agenzia X e Moicana propongono l’apertura dell’Edicola che non c’è nei giorni di Book City 2019, il 15-16-17 novembre, con l’obiettivo di portare un contributo all’immaginario culturale milanese mettendo a disposizione le pubblicazioni (riviste, giornali, fanzine, punkzine…), del composito microcosmo della cultura alternativa nel suo svolgersi storico, e la creazione di un archivio online contenente tutti la documentazione della mostra.
L’edicola che non c’è consentirà la consultazione del caleidoscopico materiale autoprodotto dai movimenti della controcultura milanese a partire dagli anni sessanta fino a oggi. Il luogo dell’allestimento di questa edicola è situato nella “galleria degli artigiani”, il tunnel della metropolitana milanese MM1, tra la stazione di Cordusio e quella di Duomo, proprio dove nacque, nel 1966, la redazione informale della prima rivista underground: Mondo beat.
Di fronte alla sempre più consistente diminuzione delle edicole, Agenzia X e Moicana hanno progettato L’edicola che non c’è, un’edicola temporanea ma in grado di valorizzare la fruizione cartacea, intesa come uno strumento di aggregazione e di arricchimento, individuale e sociale. Tale edicola si propone di far conoscere quali siano state le eclettiche forme dell’esperienza controculturale nella nostra città, grazie all’esposizione delle autoproduzioni underground e alternative germogliate nel corso di un cinquantennio. Ne L’edicola che non c’è, si potranno così consultare riviste, fanzine, punkzine e homepage di blog uscite nel corso di mezzo secolo, in una scaffalatura suddivisa per decenni.
Sarà infatti possibile sfogliare i numeri di Mondo Beat, Pianeta Fresco, Insekten Sekte, prime riviste underground degli anni sessanta, per passare ai settanta, con le pagine libertarie di Re Nudo e L’erba Voglio, con le creazioni psichedeliche di Get Ready, Hit, Puzz, Un’ambigua utopia e con gli articoli politici di Viola e Rosso. Nel settore degli anni ottanta si troveranno FAME, Amen, TVOR e tutte le punkzine del Virus, arrivando agli novanta con Fikafutura, Klinnamen al cyberpunk di Decoder e Hard Times; poi di lettura in lettura si giunge agli anni duemila con Towanda!, SpeedDemon, SpeakOut, il Buco, per concludere con le testate dell’ultimo decennio con MilanoX, Strumenti critici e Antitempo: la produzione a stampa alternativa milanese ritrova il suo spazio storico e il suo contesto culturale per proporsi all’attenzione dei lettori di oggi.
Ma non solo il passato: per i periodici della realtà contemporanea, infatti è prevista una collaborazione con il movimento delle fanzine artistiche che ha come punto di riferimemto il festival annuale SPRINT, a dimostrazione di quanto l’underground, l’autoproduzione e la stampa indipendente siano concetti tutt’altro che scomparsi dalla scena culturale. I visitatori potranno arricchire l’esposizione portando riviste appena pubblicate e non ancora censite.
Progettata e allestita dall’artista JOYKIX, arricchita da grafiche, manifesti e supporti video, L’edicola che non c’è si articola come spazio dinamico che propone eventi di varia natura: dalle presentazioni di libri, reading e performance.
Written by La Redazione