A guardarlo si direbbe molto più fan dei Mayhem che della drum machine. Il punto è che, districandosi tra le etichette più hype degli ultimi anni in fatto di techno e sperimentazione (la Posh Isolation e la Northern Electronics di Anthony Linell), Varg ha saputo forgiare un suono molto personale, fatto di progressioni in bilico tra morbidezze industrial, ambient e 4/4, a volte inacidito dalla 303, a volte ovattatissimo.
Ricordo ancora la sua prima volta a Roma, al Brancaleone, assieme ad Abudlla Rashim (in duo con lo splendido progetto Ulwhednar) e Neel. Stasera due dei tre non ci saranno, ma sono sicuro che non ne sentiremo la mancanza. Välkommen, Varg.
Written by Kyösti Vainio