Mistico, colto, contemporaneo, ancestrale. Difficile capire se l’ispirazione per un album così complesso, alchemico e astratto come “In Girum Imus Nocte Et Consumimur Igni” arrivi dalla moltitudine di territori costantemente esplorati o da qualche anfratto intimo e personale. Quello che è certo è che con il suo ultimo album da solista Stefano Pilia è riuscito nuovamente a superarsi, a dare forma a qualcosa di visionario e originale. Con una chitarra.
Il titolo è un famoso palindromo in lingua latina attribuito a Virgilio (che in italiano suona più o meno «Giriamo in tondo nella notte e veniamo consumati dal fuoco»), e quello che ne esce fuori è un viaggio soprannaturale, un poema sonoro allegorico (ma non didascalico), dove la chitarra elettrica passa attraverso i pedali per trasformarsi in paesaggi minimali, eppure maestosi, spesso esoterici e fortemente narrativi. Insomma, il “solito” concerto imperdibile di Stefano Pilia, stavolta ospite di Raum.
Written by Chiara Colli