Quando la sera del 31 gennaio la Gran Bretagna divorziava dall’Unione Europea, Led by Donkeys, un gruppo di attivisti remainer proiettava sul Big Ben un video con il premier Boris Johnson che dichiara di volere restare in Europa, seguito da altre verità alternative di Nigel Farage. La stessa notte, sulle scogliere di Dover, alcuni veterani della Regina esplicitavano la loro tristezza nel sentire l’Europa più lontana, al di là della Manica. Un mese prima delle elezioni stravinte da Johnson, in giro per Torino e altre città italiane, si leggeva il manifesto “Remain in the Club”. Erano altri attivisti, quelli di Club To Club, ad averli distribuiti per le strade, mentre nei giorni del festival discutevano l’idea di Europa con pensatori, artisti e anche politici come Elly Schlein, che nel corso della battaglia elettorale in Emilia-Romagna è andata a chiedere a Matteo Salvini perché non abbia mai partecipato alle riunioni sull’immigrazione al Parlamento Europeo.
Ora, per il primo appuntamento che conduce verso C20C, il ventesimo Club To Club, il festival invita al binario delle Officine Grandi Riparazioni, un luogo dickensiano della Torino industriale, Actress e Andy Stott, due produttori di suono del futuro da Wolverhampton e Manchester, la pancia d’Inghilterra. Nelle sue selezioni, Actress mischia afro e bassi a musica da camera contemporanea, come nell’esperimento del 2018 con la London Contemporary orchestra, mentre il live di Andy Stott è facile riprenda alcuni temi di “It Should Be Us”, suo disorientante ultimo Ep uscito nel 2019. Il Regno Unito è politicamente più distante, ma la sua stella brilla nelle notti d’Europa.
Written by Pietro Martinetti