E siamo arrivati alla fine di questa strana stagione estiva, forzatamente autarchica, che per l’ultimo weekend di settembre, sfidando le prime intemperie autunnali, ci propone musicisti già ben noti ai frequentatori di Villa Osio. Quello di stasera è l’ultimo dei doppi appuntamenti nel parco, un abbinamento apparentemente strano, con una giovane cantautrice a dividere il palco con cinque musicisti ben affermati in ambito jazz. La curiosità di certo non ci manca e quindi accogliamo con piacere Simona Severini, cantante milanese che, accompagnata dalla sua chitarra e dalle tastiere di Filippo Bubbico, presenterà la sua prima fatica discografica, fra brani scritti insieme a Pacifico e cover di Kendrick Lamar, Bonnie Raitt e Niccolò Fabi.
Ma non possiamo fare a meno di sottolineare che l’attesa è tutta per gli Yellow Squeeds di Francesco Diodati, chitarrista romano che da qualche anno ha riunito in questo progetto le tastiere di Enrico Zanisi, la batteria di Enrico Morello, la tromba di Francesco Lento e la tuba di Glauco Benedetti, gli ultimi due sostituiti per l’occasione dal sassofono di Dan Kinzelman e dal contrabbasso di Gabriele Evangelista. Giovane compositore raffinato e chitarrista fra i più ricercati, Diodati è presenza fissa da ormai quasi un decennio nelle formazioni guidate da uno dei trombettisti eccelsi del panorama jazzistico italiano, Enrico Rava, con cui ha anche inciso su ECM, senza per questo trascurare gli innumerevoli progetti paralleli.
Eccolo quindi nell’ormai storico MAT, che lo vede al fianco di Marcello Alulli ed Ermanno Baron, nei Floors, con Filippo Vignato e Francesco Ponticelli, o nel trio Oliphantre accanto a Stefano Tamborrino e Leila Martial.
Quella di stasera è forse la formazione più legata alla sua personalità, un gruppo dove le sue composizioni sono libere di spaziare senza schemi. Due gli album incisi finora, entrambi per la Auand Records, “Flow, Home” e il recente “Never The Same”, dei quali, visti i musicisti coinvolti, potremo probabilmente ascoltare delle versioni alternative con il contrabbasso a seguire le ritmiche della tuba ed il sassofono a reinterpretare le partiture per tromba. Cose che, diciamolo, possono succedere solo nello strano mondo del jazz.
Written by Carlo Cimmino