Negli ultimi anni Tommy Malekoff (South Boston, 1992) ha viaggiato spesso in auto lungo tutto il Paese, scoprendo il fascino nascosto di certi edifici all’angolo delle strade. Tuttavia, quando la scorsa primavera il virus ha iniziato a espandersi negli Stati Uniti, Malekoff si è trovato costretto a fermarsi. Dall’osservazione delle poche attività essenziali rimaste aperte sono nati nuovi lavori scultorei e serigrafici, ora esposti nella prima personale italiana dell’artista. The Geography of Nowhere, inaugurata negli spazi della galleria ZERO… di Milano, è una pura esperienza estetica di non-luoghi, volta a svelare la doppia vita che quegli ambienti, in apparenza banali e anonimi, conducono. Se la serie Exit Shelter (2020) raffigura fast food o stazioni di servizio come apparizioni di luce accecante nel cuore della notte, i modellini architettonici simboleggiano un atto di riappropriazione che l’artista americano compie nei confronti di alcuni centri commerciali della sua città natale, oggi trasformati in pizzerie o strip club.
Al piano inferiore della galleria, in un vasto hangar buio, è possibile osservare la nota installazione video a due canali Desire Lines (2019), girata tra l’agosto 2017 e il marzo 2019. Con quest’opera Malekoff non vuole raccontare alcuna storia, piuttosto crea atmosfere attraverso sequenze infinite di azioni deliranti, accompagnate da rombi di pneumatici e suoni orchestrati. Un loop continuo di immagini surreali, senza un inizio né una fine, dove cavalli, iguane, persone e automobili vivono individualmente lo spazio pubblico di un parcheggio.
Una delle mostre più instagrammate a Milano; per la serie: dai non l’avete vista la stories?
Written by La Redazione