D’un comun sentire: la necessità umana di confrontarsi nella diversità per trovare un territorio comune e di dialogo. La trentesima edizione di Milano Musica, non un festival ma una vera istituzione per la divulgazione dei linguaggi musicali moderni e contemporanei, è figlia dell’epoca assurda in cui stiamo vivendo e che ha, di fatto, cancellato gran parte dell’edizione 2020. E allora Milano Musica 2021 si è moltiplicata con un doppio cartellone che si è svolto in parte in primavera e che riprende, ora, le normali consuetudini autunnali.

Tredici appuntamenti a maggio e 13 adesso, cominciati il 22 settembre con un mix di appuntamenti del ciclo Caminantes, recuperati, e con il nuovo progetto ispirato al brano di Georges Aperghis. Tanta ricerca, un conversare tra stili e linguaggi molto diversi. Forse il programma più audace degli ultimi anni, con 8 prime esecuzioni assolute e 9 prime in Italia, di cui 3 commissioni e 4 co-commissioni internazionali ad autori di diverse generazioni, attivi e riconosciuti a livello internazionale.

Ricchissimo programma di concerti da camera, tre concerti orchestrali con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai e La Verdi a La Scala e l’esecuzione dell’azione scenica di Vacchi, Madina, con Roberto Bolle. Un convegno internazionale di due giorni sul rapporto tra Claudio Abbado e la musica nuova realizzato insieme alla Fondazione Claudio Abbado e al Teatro alla Scala, il clou del cartellone. Nel Trentennale, la programmazione riunisce tutte le Istituzioni pubbliche e private che negli anni hanno lavorato insieme per fare cultura e apre a scenari futuri. E poi Gran Finale a fine novembre all’Hangar Bicocca.