Forse un giorno, non troppo lontano, non saremo più lì, ad aprire una porta della cantina o della soffitta per scovare o semplicemente imbatterci in un prezioso archivio. Esisterà ancora, certo, ma avrà assunto nuove forme, meno ingombranti e meno polverose. Quello che rimarrà sempre è però il suo valore del racconto e della memoria, una tappa finale dell’atto creativo che rivela al nostro occhio, la realtà dei sentimenti altrui.
Quelli di Alberto di Lenardo non si manifestavano a parole, ma sono rimasti impressi nei rullini della sua Pentax per quasi sessant’anni e fino ad oggi celati. Il loro ritrovamento ci concede così una nuova narrazione, intima e familiare, di viaggi, colori e inquadrature che ci portano indietro nel tempo, avvicinano i ricordi e ci permettono di scoprire una nuova figura della fotografia italiana.
Written by Emiliano Zandri