Era il 1 marzo 2020, il budget di spesa era stato già predisposto e l’attesa montava ora dopo ora: le ultime parole famose da me pronunciate, con la pandemia che ormai cominciava a dominare qualsiasi discorso, furono: “Basta che non facciano saltare il Roma Whisky Festival, poi possono anche chiudere tutto”. Come potete immaginare, di lì a breve l’appuntamento fu annullato e per il 2021 neanche se n’è parlato. Pertanto, facendo i dovuti scongiuri, il weekend del 5-6 marzo c’è da recuperare ben due edizioni dell’appuntamento più atteso da tutti gli amanti del single malt e dintorni, a maggior ragione perché si celebra finalmente la decima edizione del festival.
La formula, che si è dimostrata vincente negli anni scorsi, viene confermata in tutte le sue parti: distillerie, imbottigliatori e distributori saranno pronti agli stand per versare e discettare su whisky sempre più internazionali, con l’ovvia predilezione per la Scozia, ça va sans dire, mentre ci sarà la consueta abbondanza di masterclass per andare più a fondo su temi specifici – se ne dobbiamo indicare una in particolare, andate sulle rarità con “Untraceable Single Malts” – per chi invece è alle prime armi e vuole avere piena contezza di questo mondo, ci sono i vari appuntamenti introduttivi con “Abc of Whisky”.
Ampio spazio anche alla mixology con la novità del progetto “Whisky in Town”, dove alcuni tra i migliori cocktail bar di Roma (The Jerry Thomas Speakeasy, Treefolk’s Public House, Le Bon Bock e Banana Republic) daranno prova della versatilità di single malt, blended o bourbon con drink list speciali e bartender ospiti, guidati da ORO Whisky Bar che, all’ombra della Piramide, ha portato nella capitale una carta di whisky da far invidia a un locale delle Highlands. Mentre per gli amanti della birra inglese e del cibo scozzese, ci sarà all’intenro del Salone delle Fontane un temporary pub curato da Le Bon Bock. Torbatus in fundo, non poteva mancare l’imbottigliamento speciale del festival: quest’anno si cala l’artiglieria pesante con un Caol Ila 15 Years che farà impazzire tutti gli amanti del tipico sentore affumicato della distilleria di Islay. Insomma, gli ingredienti per una due giorni di altissimo livello e indiscusso benessere ci sono tutti, la responsabilità alcolica la potrete valutare autonomamente, anche perché se vi dicessi di non esagerare sarei decisamente poco credibile…
Written by Roberto Contini