Il lavoro di alcuni artisti dal vivo prende una forma eccellente. È il caso dell’islandese diventato noto per i suoi suoni atmosferici, densi, profondi, che sul palco diventano magici e inafferrabili. Quei suoni che prendono ampiezza e si estendono nello spazio sembrando infiniti. Il compositore nato alla periferia di Reykjavík, ha fatto il batterista con gruppi heavy metal e hardcore prima di arrivare a esibirsi da solo nei più grandi teatri e siti del mondo. Suonando qualsiasi strumento, anche se piano e chitarra restano le sue grandi passioni.
Il primo album arriva nel 2007, “Eulogy for Evolution”, poi il periodo minimalista strumentale, in un mix di piano e keys. Negli anni riesce a costruire uno stile che fluttua nell’ambient, ma strizza l’occhio alla musica pop. Tantissime produzioni in mezzo e anche la formazione del duo Kiasmos con Janus Rasmussen. I sintetizzatori e il pianoforte, l’elettronica e la melodia. La techno e la musica colta. Composizioni malinconiche, che sembrano sempre voler corredare un film, un’immagine. E anche quando quell’immagine è ferma dentro di noi, Ólafur Arnalds la sta colorando.
Written by Manuela Maiuri