I party, le serate e i dj a Berlino di certo non mancano. Però un’entità che mescola senza apparente sforzo field recording di musiche tradizionali africane, techno, funk, bass music senza confini geografici e tanto altro, deve essere stata una novità perfino per la capitale tedesca. La creatura di Maryama Luccioni e Dauwd Al Hilali interpreta la realtà del dancefloor attraverso la lente dell’esperienza musicale nera, le sue mille radici diramate tra passato, presente e futuro, con una spinta inesauribile verso quest’ultimo – omen nomen, d’altronde.
Assistere ai loro set vuol dire salire sulla P-Funk Mothership, la navicella spaziale afrofuturista di Dr. Funkestein aka George Clinton, percorrendo in lungo e largo ritmi che si mescolano, annullando le concezioni spazio-temporali per formare un fluido monolite di groove. In giro per il dancefloor scodinzolanti e frastornati, ammaliati dalla diversità musicale che ci investe, ma miracolosamente continua a far godere senza interruzioni. Con loro anche le vibrazioni di Aérea Negrot, producer e cantante venezuelana di base a Berlino. Un’artista sempre in movimento e a cavallo tra slanci techno/house e un manierismo da performance cabaret.
Written by Giulio Pecci