Per molti aspetti la pittura su muro ha dei vincoli molto stretti: dalle eccentricità architettoniche alle escrescenze guadagnate dalle pareti nel corso di anni d’abbandono, fino ai cretti dell’intonaco o alle profonde crepe di una fabbrica in rovina. Questo rapporto tra gesto pittorico e spazio è il nocciolo duro, il sentimento portante, della ricerca di 2501.
Si mette in discussione la relazione che intercorre tra una certa idea di “libertà” che s’attribuisce all’arte e le sue reali condizioni d’esercizio.
Il rintracciamento di un certo rapporto con le superfici, così che – per alcuni aspetti – a essere messo in discussione è la relazione che intercorre tra una certa idea di “libertà” che s’attribuisce all’arte e le sue reali condizioni d’esercizio, ovvero l’ambiente in cui l’azione va a collocarsi. Al di là di un dibattito ritrito e con ogni probabilità mal posto sull’annullamento dell’autore, diciamo che il lavoro artistico degli ultimi anni di 2501, tra Land Art, performance, video e pittura, punta proprio a esprimere questi micromovimenti ambientali, richiesti da una o l’altra superficie, che incanalano e guidano tale o tal altro comportamento.
Animated Landscape (e più in generale la pluriennale progettualità da cui arriva questo progetto: Nomadic Experiment) è un progetto che comincia appunto tre anni fa con le difficoltà riscontrate tra queste «pieghe dell’architettura». Pieghe d’angoli, di muri, ma anche e soprattutto di spazio e paesaggio. Ci vogliono qui diverse “distanze” per far sì che alcune di queste pieghe scompaiano e altre compaiano. Le azioni di AL sono momenti performativi co-partecipati, coreografie di movimenti che producono tracce, disegni – pieghe, per l’appunto – utilizzando materiali locali, dalla sabbia ai teli, ma che vengono riprese dall’alto, zenitalmente. Ciò che ne esce è un video silenzioso, in cui le figure umane sono pressoché nascoste dalla distanza dalla camera e allora a muoversi, a disegnarsi, è il paesaggio, in una specie di Tableaux Vivant astratto, tellurico e senza velocizzazioni di sorta perché il tempo è quello che è e bisogna sentirlo tutto per poter vedere composizioni sostanzialmente basate sulla durata di un gesto, sul movimento, piuttosto che sull’impressione di qualche traccia.
Questo è quello che troverete da Wunderkammer mercoledì 30, in occasione della presentazione del libro omonimo che raccoglie tutti e cinque gli episodi di Animated Landscape, con contributi di Fabiola Naldi e Simone Pallotta e le foto di Guido Borso, che ha seguito l’artista per tutti questi anni. Saranno presenti l’artista, gli autori, Stefano Ragazzo e alcune opere, e alle 19:30 tutto si concluderà con una performance sonora. Se mai avete visto un’installazione di 2501, saprete che anche la questione del suono è affrontata nella stessa maniera, per pieghe e accidenti. La sonorizzazione dei video è infatti performativa, live, e soprattutto co-prodotta da macchine autocostruite che traducono segni e gesti pittorici in musica: una coreografia in movimento, in cui suoni e video saranno scossi dagli accidenti di una torsione di braccia o di una passeggiata.
Written by Piergiorgio Caserini