Quale luogo migliore per ospitare le composizioni del capostipite del cosiddetto minimalismo sacro se non l’Auditorium San Fedele? Il secondo appuntamento primaverile di INNER_SPACES nella casa milanese del buon ascolto elettronico porta infatti in apertura cinque miniature del compositore estone Arvo Pärt, eseguite rispettivamente da Francesco D’Orazio al violino e da Alfonso Alberti al pianoforte, seguite dall’attesa performance italiana del sound artist Abul Mogard, al secolo Guido Zen. Il tutto, ovviamente, con l’inconfondibile impianto acusmonium. 

A partire dalla metà degli anni ’60, il minimalismo ha attraversato diversi linguaggi ed orizzonti estetici. La musica di Arvo Pärt si inserisce in questo codice, lavorando principalmente per sottrazione, agendo su pochi elementi che vanno a creare un tessuto sonoro semplice e piacevole, in cui la ripetizione delle note funge da amplificatore emotivo. Le composizioni eseguite da D’Orazio e Alberti comprendono il periodo dei  tintinnabuli, la maggiore espressione dello stile di Pärt. 

Nella seconda parte della serata, invece, l’acusmonium sarà una cassa di risonanza perfetta per le stratificazioni di Abul Mogard; musicista prolifico, nelle sue produzioni l’artista romano è capace sia di creare paesaggi sonori quieti tanto quanto droni intimidatori. Dal vivo, la sua abilità è quella di muoversi tra improvvisazione e costruzione, creando e disfacendo il materiale sonoro (anche in senso letterale: lui stesso costruisce molti degli strumenti utilizzati). 

Ciò che accomuna la musica di Arvo Pärt a quella di Abul Mogard è il suo essere decisa ad arrivare all’essenza dell’opera, senza compiere troppe escursioni in territori altri, limitandosi a costruire un campo d’azione che abbraccerà in modo eccelso le orecchie del pubblico.