Quando ci si trova davanti a band come i GoGo Penguin è spesso difficile trovare una definizione che possa racchiudere la produzione di questo trio nato a Manchester undici anni e con all’attivo nove album. Possiamo però dire che nonostante la quantità di volte che hanno fatto la muta in tutti questi anni, sotto l’involucro c’è sempre riconoscibilmente lo stesso mix in evoluzione di non-jazz e non-techno intensamente emotivo e fortemente cinematografico, che hanno saputo creare e che li ha da sempre contraddistinti.

L’ultimo disco, forse più di altri, fa delle sensazioni sognanti e della profondità emotiva il suo nucleo fondante, e lo trasmette da subito attraverso un titolo provvidenziale che racchiude una grande promessa fatta a noi, ma anche a loro stessi: Everything Is Going To Be OK. Infatti arriva come il risultato di un momento molto emozionante per il trio, in cui, sia le perdite che le connessioni personali, aggiungono qualcosa di innovativo e diverso allo stile della band. Nonostante i cambi di stile, i GoGo Penguin continuano ad emanare un intenso e intrigante fascino, che risiede nel modo in cui modellano e mixano il suono analogico e quello tradizionale: è il modo in cui Jon Scott alla batteria mette a segno una serie di groove gorgoglianti e scattanti; è quello in cui si innesta il pianoforte di Chris Illingworth, dagli  intermezzi solisti, riflessivi e drammatici,alle interferenze chill e riverberate; è il basso di Nick Blacka che dà il giusto colpo di grazie aggiungendo sfumature risonanti e vasti picchi cinematografici aggiungendosi a un quadro che diventa perfetto.

Con queste premesse non resta che andare a sentire il lavoro del trio e lasciare che gli aspetti positivi della vita, superino quelli negativi, essere consapevoli e grati di celebrare anche con la musica ogni momento, e forse davvero andrà tutto bene.