Tra i molteplici motivi per i quali dovremmo ricordare una figura come quella di Georges Demenÿ, padre dell’educazione fisica, inventore del fonoscopio e poi, nel 1984, del cronofotografo a camma elettrica – ragione per cui è in qualche modo l’inventore mancato del cinema (trovatosi in difficoltà economiche fu costretto a venderne i diritti a Léon Gaumont) – ce n’è una piuttosto controversa che lega la nascita del primo – brevissimo! – cortometraggio della storia alle vicende della comunità Sorda, e che forse non molti conoscono.
Nel 1891, quattro anni prima della prima proiezione storica dei Lumière, Demenÿ è performer e autore di Je Vous Aime. Il rapidissimo cortometraggio è un close up di appena un secondo sul suo viso da dandy che scandisce le parole Io vi amo. Il video – il primo video della storia – nasceva dalla volontà di insegnare la lettura labiale a dei ragazzi Sordi – dopo che venne per legge impedito loro di segnare. Questo era stato l’esito oralista del Congresso di Milano del 1880, le cui conseguenze si riversano ancora nelle vite delle Sorde e dei Sordi di oggi. Per esempio, guardando al caso dell’Italia, solo a distanza di 141 anni, nel 2021, la Lingua Italiana dei Segni (LIS) è tornata ad essere riconosciuta come vera lingua.
In risposta a quella scuola di pensiero che, in favore della supremazia del pensiero e dell’intelletto, relega l’uso del corpo come veicolo di sensi e significati a un atteggiamento simile a quello dell’animale – in una prospettiva quanto meno specista, peraltro – la performance di stasera negli spazi di Zona K, che è parte del programma di Danae Festival, è una celebrazione orgogliosa del valore estetico ed etico di ogni atto performativo.
Diana Anselmo, performer Sordo, attivista ed essere umano improvvisato bilingue LIS e italiano, e Sara Pranovi, interprete LIS con esperienza nel mondo performativo, porteranno sul palco un’azione scenica multimediale che si muove tra parole, slides, videotestimonianze in Lingua Italiana dei Segni (LIS) e Visual Sign (forma poetica delle lingue dei segni) per dare spazio a temi come l’audismo, il fonocentrismo e il linguicismo, e riscrivere la «letteratura dei padroni».
La regia è di Diana Anselmo, le video testimonianze di Paolo Girardi, Leonarda Catalano, Mario Minucci, Maurizio Anselmo, Anna Folchi, Vincenza Giuranna, Diana Vantini, Matteo Pedrazzi. La performance è realizzata col sostegno di IntercettAzioni – Centro di residenza artistica della Lombardia. Al termine dello spettacolo si terrà un incontro col pubblico condotto da Daniele Del Pozzo, direttore artistico di Gender Bender Festival.
Written by Beatrice Atzori