“A Sam”
Così la mano di Henri Cartier-Bresson firma e spedisce per trent’anni le sue fotografie a Sam Sfazran, custode, fino alla morte dell’autore, dei primi passi del reportage contemporaneo, o le sue duecento stampe in bianco e nero. Dal 20 marzo il neo-restaurato palazzo Gromo Losa di Biella invita a esplorare il mondo attraverso gli occhi e il cuore del fotografo francese, la cui Leica gioca con precisione a immortalare l’effimero -vivo, a volte mosso o sfocato, ancora in movimento. Dalla Costa d’Avorio o l’incoronazione di Giorgio VI, a un Giacometti sotto la pioggia o un Picasso e il suo postino, l’osservatore si rende partecipe di scene quotidiane ferme agli anni ‘30, di qui per caso (o The decisive moment) documentati non senza una grande carica emotiva. Fotografo, cacciatore, attore, soldato e prigioniero, direttore di Magnum e ancora pittore: Cartier-Bresson e le sue immagini fanno il giro di spazi, vite e tempi per seguire oggi le origini dell’amico comune a lui e Sam, o lo svizzero Léonard Gianadda, il cui riguardo per le sue origini Biellesi ha dato un importante contributo al dialogo tra Martigny e la città piemontese.
Da “A Sam”, il messaggio lanciato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e la Fondazione Pierre Gianadda sarà #BeLikeHenri.
Written by Anna Pagani