Li avevamo visti incontrarsi per la prima volta a metà 2022 per una sessione di registrazione poi diventata “Unshaped Words”, prima pubblicazione della Folderol dedicata alle Folderol Sessions. In quell’occasione Mat Maneri e Marco Colonna erano accompagnati da Gordon Grdna, Giulia Cianca e Mario Cianca, mentre oggi approdano alla Casa del Jazz in una formazione più essenziale che li vede affiancati dal solo Fabrizio Spera.

Formatosi fra jazz, improvvisazione e musica d’avanguardia, il newyorchese Mat Maneri è uno dei maggiori interpreti della viola della sua generazione, collaborando con nomi quali John Medeski,, Joëlle Léandre, Marilyn Crispell, Ethan Iverson ed i compianti Paul Motian e Barre Phillips. A Roma manca dal 2015, quando si esibì in duo con Daniel Levin in un intimo concerto al Dal Verme, mentre l’anno successivo venne alle Terme di Tivoli per “Along Came Jazz” in trio con Ches Smith e Craig Taborn.

Abituali frequentatori dei nostri palchi, Marco Colonna e Fabrizio Spera non hanno bisogno di presentazioni, ma per chi non li conoscesse, ricordiamo che Marco Colonna è anche membro di “Eternal Love”, il quintetto guidato da Roberto Ottaviano con Alexander Hawkins, Giovanni Maier e Zeno De Rossi, del trio “Arbo” di Igor Legari con Ermanno Baron, e del quartetto “Opus Magnum”, ultimamente esteso a sestetto, guidato da Ettore Fioravanti. Fabrizio Spera, componente degli ormai storici Ossatura e dei Roots Magic, è forse il batterista romano più attivo nel campo dell’improvvisazione. Ha suonato praticamente con tutti, da Mike Cooper ad Alvin Curran, da Eugene Chadbourne ad Evan Parker, da Tim Hodgkinson a Ken Vandermark.